Enormi ratti vivono nell'arco di via Palabanda ed escono a cercare cibo nei cassonetti
Furibondi i residenti: «Ne abbiamo visto 50 tutti insieme»
Ci sono le prove: «Inconfutabili e pure numerose». Elisa Aresu, dalla finestra della sua gelateria nel corso Vittorio Emanuele, li vede ogni giorno. A decine: «Ratti giganti che scorrazzano in libertà, una vera e propria invasione». E così ha scattato foto e girato video con lo smartphone. Il documentario cittadino non è roba per schizzinosi: sotto il cassonetto giallo della carta si intravede un ratto. Anzi, sono due, poi diventano tre: alla fine si perde il conto, saltano dal contenitore blu a quello dell'umido, sono ovunque. In sottofondo si sente la voce di Elisa, che sta girando il video. Ha voglia di scherzare: «Un gatto? Qua ci vorrebbe una pantera, per eliminarli. Avete un lanciafiamme?».
LA TANA Arco di via Palabanda, accanto c'è un terreno privato diventato il regno assoluto dei roditori. Circolano tra le sterpaglie, escono dalle tane ricavate tra i mattoni del muro che fiancheggia un lato dello sterrato. E si dirigono verso i cassonetti. Non fanno certo i difficili: «Va bene anche il cartone, o meglio il tetrapack con i resti di latte e succhi di frutta. I cassonetti in genere sono stracolmi. Gli spazzini passano tutti i giorni, dobbiamo dirlo, ma è il sistema che non va. Altro problema: i topi sono assolutamente disinteressati alle trappole», racconta ancora Elisa Aresu. La derattizzazione è in corso, attaccato con il fil di ferro alla rete metallica del terreno c'è infatti un cartello della Provincia di Cagliari. L'avvertimento scomoda un linguaggio un po' tecnico ma incisivo: «Attenzione, a partire da giugno verranno posizionate postazioni fisse contenenti “rodenticida” velenoso». Le trappole ci sono ancora, i roditori le snobbano: «Servirebbe un intervento massiccio, più profondo», dice Caterina, sorella di Elisa, che con lei gestisce Il gelato. «Meno male che ogni tanto intervengono i gabbiani». La dura legge della giungla metropolitana non scandalizza più Patrizio Curreli, che gestisce un bar nella posizione strategica fronte cassonetti: «Ci siamo stancati», dice mentre sventola l'ultima raccolta firme inviata a sindaco e Provincia. È dello scorso anno: «Spaventati e indignati per tanta incuria - si legge - ancora una volta segnaliamo la massiccia invasione di ratti».
LE PROTESTE Si mettono un po' tutti le mani nei capelli, da queste parti. Pasquale Olianas ha assistito a scene inverosimili: «Ho visto turisti scattare foto, pure divertiti». Cartoline da Cagliari: «Anche cinquanta topi tutti insieme». Fernanda Velluzzi parla da residente e soprattutto medico: «Non ci sono solo ratti, purtroppo, ma anche altri animali che magari non vediamo. La situazione è pericolosa dal punto di vista igienico-sanitario». Paola Gamboni rilancia l'altro tormentone delle presenze nel corso: «Blatte, ci sono pure le blatte». Meglio barricarsi in casa: «Teniamo le porte ben chiuse», dice Maria Itria Sanna. «I topi me li sono ritrovati in cortile». Gelaterie e bar fanno lo stesso: le porte vengono sigillate. Elisabetta Bolla gestisce un negozio di giocattoli e invoca un pizzico di civiltà, da parte di tutti: «I cassonetti sono sempre stracolmi, ho mandato alcune foto anche al sindaco. Il giorno successivo sono intervenuti, ma il problema si ripropone costantemente. Magari con i lavori di rifacimento delle fognature cambierà qualcosa, chissà».
LA FUGA C'è chi nemmeno apre i cassonetti e sistema le buste sull'asfalto: alcuni, però, non funzionano, non si aprono e neppure i sacchi piccoli si possono sistemare all'interno. Antonello Defraia è uno dei proprietari del terreno: «Siamo stanchi di questa situazione, i ratti si fanno vivi soprattutto la notte e nelle prime ore del mattino». Elisa Aresu: «Il muro dell'arco è la loro tana, ma non si può demolire, ci sono vincoli della Soprintendenza. Una barzelletta». Pure i gatti sono scappati, erano in minoranza.
Mariangela Lampis