Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Madame Guillem se ne va L'ultimo inchino di una diva

Fonte: L'Unione Sarda
14 luglio 2015


LIRICO. La regina della danza domani a Cagliari per l'ultima volta

 



« I l mio primo inchino, 39 anni fa, è stato uno scivolone alla Scuola di Balletto dell'Opéra di Parigi. Noi studenti, i topini, ci chiamavano, dovevano inchinarci agli insegnanti in segno di rispetto. Il pavimento vecchio, tirato a cera e reso sempre più liscio dall'usura, rendeva questo compito piuttosto pericoloso. A tutta velocità cercavamo di tenere l'inchino per quell'attimo che ci pareva eterno: una genuflessione con le braccia tese verso il basso, e il piede puntato dietro la gamba d'appoggio».

Sylvie Giullem adieu, questa è la fine - e la vita è strana: oggi che sfogliate queste pagine, trovate un'altra donna, Carmen Consoli, a cui dedichiamo la copertina, che invece canta il piacere di tornare.
Sylvie Guillem no, Sylvie Guillem sorride, è molto bella, è una di quelle donne che sanno di luce e di consapevolezza, e allora la decisione di dire basta alla sua vita da ballerina, strepitosa, pare quanto mai felice. Ha cinquant'anni. Un'età in cui una donna può fare tutto quello che vuole. Sylvie Guillem non deve dimostrare niente a nessuno. Andatevi a leggere la sua storia. Ha danzato con i più grandi, e per i più grandi, nei più grandi teatri del mondo. Era il 1984, aveva 19 anni, quando Nureyev salì sul palcoscenico, la gente ancora applaudiva quel Lago dei Cigni, il primo per Sylvie Guillem, e lo disse, davanti a tutti, «tu sei la nostra nuova étoile». Poi ci sono stati William Forsythe, Maurice Béjart, Karole Armitage, Jerome Robbins, tutti la volevano protagonista dei loro tormenti e delle loro estasi: lei metteva il suo corpo perfetto, e sempre, sempre, la sua intelligenza.
Quando lasciò Parigi per Londra, era il 1989, il ministro della cultura Jack Lang dovette rispondere a un'interpellanza parlamentare. Come dire: Sylvie Guillem non si tocca. Ma lei si inchinò ancora una volta e se ne andò.
Ecco perchè, se domani siete a Cagliari, c'è uno spettacolo che perdere sarebbe peccato. È l'addio alle scene di Sylvie Guillem. La sua ultima volta è sul palcoscenico del Teatro Lirico - fuori abbonamento, alle 21, tappa della tournée che sta facendo il giro del mondo “Life in Progress”, telefono 070.4082230. Quattro coreografie, poi basta. La surreale technê di Akram Khan, assolo di Sylvie Guillem, una donna e una macchina, è amore?, può essere amore?; “DUO2015” di William Forsythe e la superba interpretazione maschile di Brigel Gjoka e Riley Watts; “Here & After” di Russell Maliphant, con Emanuela Montanari; e poi “Bye” di Mats Ek, per inchinarsi ancora una volta, l'ultima, prima di andare via.

«Ho amato ogni momento di questi 39 anni, e oggi è ancora così. Quindi, perché fermarsi? Molto semplicemente perché voglio chiudere la mia carriera mentre sono ancora felice di fare ciò che faccio con orgoglio e passione. Ho un amico, un agente segreto, a cui ho dato “licenza di uccidere” nel caso provassi a danzare più del dovuto! E sinceramente, vorrei risparmiargli questo compito. Ho iniziato scivolando per fare un inchino, è stato un viaggio entusiasmante, e ora sto per cambiare direzione. “Life in Progress”, una vita in corso, è la mia».
Francesca Figus