Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La sigaretta da 200 euro

Fonte: L'Unione Sarda
13 luglio 2015


Una giornata con gli agenti della Municipale che lavorano al Poetto

 

Multa a un ragazzino per una cicca in spiaggia


  
 

Christian ha scoperto che la sigaretta fa male. Alla salute, probabilmente. Certamente al portafogli. Perché Christian, quattordicenne cagliaritano, dovrà sborsare duecento euro per aver gettato un mozzicone in spiaggia e averlo sotterrato sotto la sabbia. È il momento clou della mattinata di lavoro di Sebastiano Mura ed Efisio Muscas, i due componenti della squadra nautica della Polizia municipale, incaricati di vigilare sul corretto uso della spiaggia del Poetto da parte dei bagnanti.
LA GIORNATA «Ci invidiano», raccontano, «perché lavoriamo in spiaggia. Ma in tanti non si rendono conto di quanto sia faticoso». Basta trascorrere qualche ora con loro per rendersi conto che hanno ragione. Il primo intervento è effettuato a bordo dell'imbarcazione: un diportista ha segnalato la presenza di boe improvvisate piazzate dove sono state sistemate alcune nasse. «Un pericolo per la navigazione». I pezzi di plastica vengono rimossi e vengono raccolti tutti gli elementi per procedere a una denuncia contro ignoti.
LA PASSEGGIATA I due agenti non fanno a tempo a ormeggiare il gommone nel molo di Marina Piccola che arriva una telefonata dalla Guardia costiera. Una bagnante segnala che, alla Quarta fermata, alcuni ragazzini stanno creando problemi con il pallone nella battigia. Comincia la passeggiata nella spiaggia. Davanti al Windsurfing club le prime irregolarità. «Le boe individuano la zona in cui è interdetta la balneazione». Ma in acqua ci sono decine di persone: anche volendo, sarebbe impossibile multare tutti. Un lato positivo, però, si intravede: pochi fumatori in giro e quei pochi sono bene attenti a gettare i mozziconi nei portacenere portatili.
IL VENDITORE I due vigili, maglietta bianca d'ordinanza e pantaloncini corti («Però, poliziotti e carabinieri che lavorano in spiaggia», si lamentano scherzosamente, «usano ciabatte. Noi dobbiamo avere scarpe chiuse»), vengono guardati con benevolenza dai bagnanti: in tanti si avvicinano per avere informazioni di ogni genere, dai sensi di marcia al Poetto alle impalcature sulla Sella del Diavolo («Non sarà un altro trasmettitore?», chiede preoccupata una donna). Al D'Aquila compare un senegalese che ha i permessi per la vendita ambulante ma non l'autorizzazione per operare in spiaggia. I vigili scelgono la linea morbida e invitano l'uomo ad abbandonare l'arenile.
LA “BOUTIQUE” Poco più avanti, però, non possono essere altrettanto comprensivi: un ambulante marocchino circola con un carretto che è una boutique mobile. E non ha i documenti per la vendita in regola («Li ho richiesti», si giustifica). Si ritrova tra le mani un verbale da 1.032 euro ma, tutto sommato, non gli è andata malissimo: se si fosse proceduto al sequestro della merce, la sanzione sarebbe stata di 5.000 euro (e ci sarebbero state anche conseguenze penali).
LA QUARTA FERMATA Al Lido un'occhiata al venditore di granite. E, subitto, alla Quarta dove la donna che ha segnalato i ragazzini molesti è stupita: «Siete venuti perché vi ho chiamati io?», chiede. I giovani vengono invitati a spostarsi lontano dai bagnanti. C'è un gruppo di ragazzini che non passa inosservato: vicino agli asciugamani ci sono cartacce e lattine. I due vigili individuano uno di loro che sta fumando una sigaretta: senza farsi notare, controllano tutti i suoi movimenti. Sino al momento in cui getta il mozzicone sulla sabbia e lo sotterra. Christian, questo il suo nome, fa come i bambini beccati con le mani nella marmellata: nega, nega anche l'evidenza. Alcuni amici lo difendono, altri continuano a pensare ai fatti loro. Il ragazzino viene identificato, gli agenti si fanno dare anche il numero di telefono del padre. La telefonata inquieta il genitore che, dopo qualche secondo, si tranquillizza. «La multa? Altro che multa. Dov'è adesso? Alla Quarta fermata. Adesso vengo lì e lo prendo a bussinarasa ». Qualche schiaffone giusto per confermare che il fumo fa davvero male.
Marcello Cocco