Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Medau su Cramu, l'assessore: «Storia particolare, sbagliato generalizzare»

Fonte: L'Unione Sarda
10 luglio 2015


L'INTERVENTO.

La demolizione della palazzina è stata disposta da una sentenza definitiva dell'autorità giudiziaria

 Vorrei tranquillizzare chi ha la propria abitazione all'interno del perimetro del Parco di Molentargius. La questione della palazzina abusiva a Medau su Cramu, la cui demolizione è stata disposta per una sentenza dell'autorità giudiziaria, ha suscitato grande preoccupazione: è utile chiarire però che quella struttura ha una storia particolare, da raccontare per evitare interpretazioni non fondate su fatti.
Nell'aprile 1983 un cittadino acquista un terreno a Medau su Cramu. A seguito di un esposto, nel dicembre '83 e nel gennaio '84 la Sorveglianza Edilizia accerta che il lotto è stato recintato senza autorizzazione con un muro e ne ordina la demolizione. Nell'aprile '84 un nuovo sopralluogo accerta la mancata demolizione della recinzione e la costruzione di un fabbricato bifamiliare del tutto abusivo, costituito da un seminterrato e da due piani alti per una volumetria di 1.270 metri cubi e una superficie coperta di 146 metri quadri per ciascuno dei tre piani. Arriva una nuova ordinanza di demolizione. Nel 1985 entra in vigore il condono edilizio, che consente di presentare istanze di sanatoria per opere abusive realizzate entro il 31 marzo 1983: a quella data la palazzina non era stata costruita e il lotto nemmeno acquistato. Da un lato i proprietari disattendono l'ordinanza di demolizione, dall'altro presentano l'istanza di condono accompagnata da una dichiarazione rivelatasi falsa che attesta la realizzazione della palazzina in data antecedente al 31 marzo 1983, termine stabilito dalla legge nazionale.
Nel 1988 interviene un'amnistia: cade quindi il profilo penale per l'abuso edilizio ma resta il profilo amministrativo. Nonostante questo i lavori vanno avanti. Nel 1984 un sopralluogo del Corpo Forestale della Regione rileva altre opere di completamento, e parte una nuova denuncia penale. Si va quindi in giudizio: nel '97 la condanna in primo grado e l'ordine di demolizione, nel '98 prima la Corte d'Appello e poi la Cassazione confermano la sentenza. I tre gradi di giudizio stabiliscono quindi in modo inappellabile la necessità della demolizione. Per i motivi sopra descritti, si conclude con un diniego anche l'istruttoria per il condono edilizio.
Nell'ottobre 2014 la Procura chiama il Comune di Cagliari all'esecuzione delle sentenze. Si tratta quindi di una vicenda molto particolare, con un complesso iter giudiziario e amministrativo: proprio per questo è sbagliato generalizzarla. Vorrei chiarire un'ultima cosa: l'Amministrazione ha fatto tutto il possibile per alleviare le difficoltà delle famiglie interessate, offrendo per questa fase alloggio in strutture comunali. Le famiglie hanno preferito trovare autonomamente una sistemazione.
Paolo Frau
(Assessore all'Urbanistica del Comune di Cagliari)