Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Villanova i tentativi di dialogo tra quelli della movida e i residenti

Fonte: L'Unione Sarda
9 luglio 2015

In tanti apprezzano la nuova vita del quartiere ma c'è anche chi si lamenta del rumore A

 

Quando quel volantino ha cominciato a circolare, in tanti si sono preoccupati: che fine ha fatto la celebrata “movida soft” di Villanova? “Soprattutto in piazzetta”, si legge, “non si può più dormire”. Un attacco, in alcuni passaggi, duro che, se non altro, si conclude in modo conciliante. “Non occorre che ci siano esposti, denunce, urla o lenzuoli appese. Basta che ognuno di noi si ricordi che esistono gli altri”. E proprio partendo da questa apertura, Villanova sta cercando di mettere in pratica “prove tecniche di convivenza”. «Ho parlato», dice Andrea Setzu, gestore del Florio, uno dei locali di piazza San Domenico, «con chi ha preparato quello scritto. Stiamo lavorando per venire incontro anche a loro».
Non ci saranno battaglie legali, nuovi comitati anti rumore. Anche perché la nuova vita del quartiere piace ai residenti. Ai nuovi arrivati e anche a chi ci vive da sempre. «Sono qui da 50 anni», esordisce Raimondo Serra che abita proprio uno dei locali, «questa nuova vita del quartiere mi piace. Certo, all'inizio, ci sono stati problemi ma, confrontandoci, li abbiamo risolti». C'è ancora da lavorare: Renato D'Ascanio Ticca, animatore della pagina Facebook “Quelli di piazza San Domenico”, dirigente Eni in pensione, è felice per la trasformazione del quartiere. «La piazza», spiega, «è una monumento a cielo aperto. Deve essere gestita in maniera intelligente. E non servono imposizioni: basta che venga messa in pratica l'ordinanza del sindaco sul tema».
Non deve diventare, come è capitato in altri quartieri, terra di nessuno. «Qui», riprende D'Ascanio Ticca, «la gente fa giocare i bambini, si incontra per iniziative culturali». Martedì, per esempio, c'è stato un reading, ieri sera un laboratorio filosofico e oggi la presentazione di un libro. Eventi che piacciono. «In alcune occasioni, però, capita che viviamo come un'imposizione la musica che viene diffusa dai locali». A dirlo è un residente, costretto a tacere il proprio nome («Il mio lavoro mi porta a occuparmi di certe cose»). Ma anche lui promuove la “movida soft”. «Anche perché la zona è ben frequentata». Lo conferma Simonetta Prota, “sassarese in ciabi” che ha trasformato la sua casa in un b&b. «Quando sono arrivata, due anni e mezzo fa, la zona sembrava pericolosa. Ora è tranquilla anche se, talvolta, si deve fare i conti con lo scarso senso civico di qualcuno». Problemi da risolvere. «Per questo», conclude Valentina Sanna, animatrice di “Suono al civico”, «occorre dialogare e trovare soluzioni che rispettino le esigenze dei residenti e dei frequentatori della piazza».
Marcello Cocco