«Nutro un moderato ottimismo, in pochi mesi questa banchina avrà una sua vitalità». Era l'agosto del 2013 e Piergiorgio Massidda, ancora alla guida del porto, era fiducioso. I giornalisti erano stati convocati per parlare del futuro della banchina di San Bartolomeo, il giorno dopo sarebbe stato pubblicato il bando per la concessione. Ma di acqua ne è passata tanta in quel canale di Su Siccu, all'ombra del capannone Nervi e accanto ai parcheggi dello stadio, e la realtà imprenditoriale non è nata.
L'area non è uscita dal degrado. «L'esito finale mi fa doppiamente piacere, perché il vincitore è un giovane imprenditore sardo, con esperienza internazionale», aveva poi dichiarato a gennaio del 2014 sempre Massidda, parlando di Hiroshi Marras della Medsolo, dopo l'aggiudicazione, «il suo è un progetto integrato, destinato a trasformare tutta la zona e a diventare un punto di riferimento non solo per mare e diportismo, ma anche per Molentargius».
Di recente lo stesso Marras si era lamentato per le pastoie imposte dal sistema italiano: «Abbiamo presentato un piano innovativo», aveva spiegato a chi chiedeva informazioni sulla paralisi in banchina, «eravamo stati i primi a mettere in piedi un'idea imprenditoriale legata alla nautica che coinvolge anche i disabili». Pendeva ancora il suo ricorso al Consiglio di Stato, che poi ha stabilito l'inammissibilità delle lamentele della concorrente, la New Sgm. La vicenda è stata portata all'attenzione della magistratura. E all'Autorità portuale il commissario dovrà decidere cosa fare di questa gara finita male. (e. f.)