Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Alfano, intesa con i sindaci «Smantellare i campi rom»

Fonte: La Nuova Sardegna
18 giugno 2015

Promessi finanziamenti ai Comuni per smantellare gli accampamenti illegali
Il piano per i profughi: previsto un centro di prima accoglienza in ogni regione


ROMA Il governo va avanti con il trasferimento ai comuni e alle regioni dei profughi, ma promette agli amministratori locali finanziamenti per smantellare i campi rom illegali e la deroga al patto di stabilità a coloro che accoglieranno immigrati sul proprio territorio. Sono questi i risultati dell’incontro che si è tenuto ieri al Viminale tra il ministro dell’Interno Angelino Alfano con i governatori delle Regioni e i sindaci. Sono da poco passate le 20 quando un tweet lanciato dal ministro sembra aprire un altro fronte nella già difficile situazione dell’ordine pubblico nelle città. «Accordo con i sindaci sui campi Rom. Andiamo avanti! #lagiustadirezione». L’accordo riguarderebbe i cosiddetti «campi illegali», abusivi, non controllati dalle associazioni e tantomeno dai comuni. «Nessuno ha in testa le ruspe di Salvini – ha tenuto subito a precisare Piero Fassino, presidente dell’Anci e sindaco di Torino – superare i campi rom significa superare quelli esistenti per avere soluzioni più civili. Il governo – ha aggiunto – creerà un fondo apposito sulla base del quale Comuni e Prefetture faranno gli interventi. Gli sfollati verranno ricollocati in soluzioni di tipo abitativo o inseriti in strutture di accoglienza». «Soluzioni – ha proseguito il rappresentante dei sindaci italiani – che consentiranno da un lato di garantire la sicurezza delle persone, dall’altra la legalità». L’incontro era stato sollecitato nei giorni scorsi dal premier Matteo Renzi per cercare di risolvere i conflitti con gli amministratori locali molti dei quali si erano rifiutati di accogliere quote di migranti per cercare di alleggerire la pressione sui centri di accoglienza. E ieri sempre Alfano su Tweeter ha annunciato: «Conclusa riunione con comuni e regioni su #immigrazione. Il Paese più unito di quanto sembri. Si va avanti su equa distribuzione». È stato poi Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni a spiegare: «La deroga al patto di stabilità per i Comuni che accolgono immigrati è stata sostenuta da Alfano e ora dovrà essere decisa dal Governo nel suo complesso. Abbiamo avuto – ha spiegato ancora Chiamparino – risposte rassicuranti sull'organizzazione degli hub regionali di prima accoglienza e sull’accelerazione delle procedure per la valutazione di chi ha diritto all'asilo». Le Regioni, ha sottolineato, «sono pronte ad attuare il piano di accoglienza concordato con il Viminale e la posizione contraria di alcuni governatori è soltanto politica». Un hub (un centro di prima accoglienza) in ogni regione, deroghe al patto di stabilità per i Comuni che accolgono migranti, rafforzamento dello Sprar (il Sistema di accoglienza per richiedenti asilo), accelerazione delle procedure di valutazione dell'asilo, riequilibrio delle presenze degli stranieri ospitati su tutto il territorio nazionale (78mila). Su quest'ultimo punto, c'è stata una spaccatura tra il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, i presidenti delle Regioni e l'Anci. Sono stati i governatori di Veneto e Liguria (era assente il governatore lombardo Roberto Maroni, che è tuttavia sulla stessa posizione) a dire no a nuovi arrivi di migranti nelle proprie regioni. Il piano di redistribuzione del Viminale comunque proseguirà. Nei prossimi giorni è previsto un incontro di Regioni ed Anci con il premier Matteo Renzi, prima del vertice europeo del 25 e 26 giugno. Sono alcuni numeri a dare l'idea dello squilibrio che attualmente si registra nell'ospitalità delle persone sbarcate (170mila nel 2014 e 58.659 ad oggi nel 2015). Secondo il piano concordato in un'analoga riunione del mese scorso, la Lombardia è in debito di 2.216 migranti: ne ospita 6.745 invece degli 8.861 previsti sulla base di dimensioni, numero di abitanti e Pil). Il Veneto è sotto di 1.929 (ne ha 3.072 rispetto ai 5.002 previsti). È invece in credito di 3.432 presenze il Lazio: ne ha 8.482 invece dei 5.050 previsti. Man mano che arriveranno nuovi stranieri, dunque, saranno allertate le prefetture delle regioni in debito, risparmiando quelle in credito, in primis la Sicilia che ospita il 19% del totale dei migranti. Luca Zaia (Veneto) non ci sta. «Ho ribadito al ministro Alfano - dice - il no del Veneto ad accogliere altre persone. Abbiamo già dato e non siamo disponibili ad averne di più». Il governo creerà un fondo apposito sulla base del quale Comuni e Prefetture faranno gli interventi.