Famiglie indigenti “parcheggiate” in minuscoli alloggi temporanei che di fatto diventano permanenti: “Abbiamo diritto a una sistemazione dignitosa”
Autore: Federica Lai il 12/06/2015 18:32
Stanze trasformate in alloggi temporanei ma che di fatto sono diventati permanenti. Succede nella casa albergo di via Tiepolo, così come nelle case parcheggio di Is Mirrionis e Mulinu Becciu. Strutture che il Comune di Cagliari assegna alle famiglie indigenti in attesa di una casa comunale, che però tarda ad arrivare. La graduatoria degli aventi diritto è infinita: oltre 400. E nel frattempo ci si arrangia in alloggi privi di standard abitativi: dei veri e propri tuguri in cui spesso vivono stipate anche cinque persone. “Vogliamo una sistemazione dignitosa, ne abbiamo diritto”, chiedono le 25 famiglie che vivono nella struttura di via Tiepolo. In autunno dovrebbero partire i lavori per costruire 42 nuovi alloggi popolari in via Flumentepido. Casa parcheggio. Camere da dieci metri quadri in cui si mangia e si dorme. “La situazione è insostenibile – spiega Elisabetta Belfiori, che in via Tiepolo ci vive da sei anni col marito invalido – Questa doveva essere una sistemazione momentanea, invece siamo ancora in attesa di una casa popolare, anche se nella graduatoria risultiamo secondi. Io lavoro part time, e con ciò che guadagno non posso permettermi una casa in affitto”. Poi c’è Antonio, che nella casa albergo ci vive da tre anni con la moglie e suoi tre figli piccoli, e altre famiglie stipate da dieci anni in attesa di una casa popolare. Il Comune. “Per quanto riguarda le Politiche sociali – precisa l’assessore Luigi Minerba – c’è il sostegno con contributi economici e la sistemazione nelle case popolari, oltre ai lavori di adeguamento che si stanno svolgendo in via Tiepolo”. Ma le famiglie cagliaritane chiedono una casa vera e propria. “A breve costruiremo 42 nuovi alloggi in via Flumentepido – annuncia l’assessore al Patrimonio e vicesindaco, Luisa Anna Marras – Entro l’autunno dovrebbero partire i lavori. Ci rendiamo conto che si tratta di una goccia nel mare ma al momento è quello che possiamo fare: in mancanza di politiche abitative statali, e con una richiesta di alloggi che è diventata allarmante gli enti locali si trovano in difficoltà”.