Rassegna Stampa

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Povertà, sempre più mendicanti sardi nelle strade di Cagliari

Fonte: web Castedduonline.it
8 giugno 2015


Tra i tanti stranieri ai semafori sempre più sardi che chiedono l’elemosina e dormono per strada: è allarme nuovi poveri in città e nell’isola

 


Povertà, sempre più mendicanti sardi nelle strade di Cagliari
Non solo stranieri, a chiedere l’elemosina e dormire per strada ora sono anche i sardi. Molti hanno perso il lavoro, altri fuggono da situazioni familiari diventate insostenibili e scelgono di bivaccare tra panchine e piazze cittadine. “C’è chi decide di vivere nei centri di accoglienza – spiega Giancarlo Murgia, presidente degli Angeli di Sardegna – e chi non vuole stare alle regole e vive per strada: tra questi molti sono tossicodipendenti che chiedono soldi  per comprarsi la droga”.

Sempre più mani tese nei semafori e fuori dai negozi. La maggior parte sono extracomunitari arrivati in città dopo viaggi della fortuna, accolti nei centri e hotel cittadini. Ma ci sono anche molti cagliaritani, sardi che per scelta o perché costretti finiscono per strada senza un soldo. Come i due clochard di via Dante: un uomo di mezza età che da anni chiede monetine ai passanti a testa bassa, e l’altro a pochi metri di distanza con i suoi due cani a fargli compagnia. Ma questi sono solo due esempi di nuovi poveri sardi che vivono di elemosina.

“Spesso sono persone che hanno perso il lavoro – racconta l’assessore comunale alle Politiche sociali, Luigi Minerba – e si ritrovano all’improvviso senza il minimo indispensabile per vivere e mantenere la propria famiglia. E che magari vivono, o hanno vissuto, situazioni di sofferenza mentale”. Una situazione allarmante a cui il Comune cerca di far fronte con servizi di accoglienza e contributi economici. “C’è il centro di viale Fra Ignazio e la mensa della Caritas che ogni giorno sfamano centinaia di persone – aggiunge Minerba – Ma anche diverse associazioni che operano nel territorio cittadino, i servizi notturni per strada con cui si cerca di far fronte ai bisogni primari di chi si rifiuta di stare nelle strutture di accoglienza, e l’ambulatorio per strada attivato insieme alla Asl”. In campo 40 milioni per le politiche sociali. “Gran parte delle risorse sono destinate per i contributi economici – conclude l’assessore – Circa 70 mila euro servono a finanziare le associazioni che operano nei centri di accoglienza, e poi c’è il servizio civico che le persone indigenti possono svolgere ricevendo in cambio un piccolo stipendio mensile”.