Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Taxi, guerra a Uber e abusivi

Fonte: L'Unione Sarda
5 giugno 2015


LA POLEMICA. Anche i noleggiatori con conducente non rispetterebbero tutte le regole

 

«Mercato saturo, il Comune deve tutelare chi ha la licenza»

 



«Uber arriverà anche a Cagliari e ci faremo trovare pronti: ok alla concorrenza ma stop a illegalità e slealtà». I tassisti cagliaritani temono lo sbarco nell'Isola dell'applicazione che permette a tutti di trasformarsi in autisti e portare i clienti a spasso. Il servizio che passa attraverso la Rete e gli smartphone sta trovando forti ostilità in Italia: le auto bianche esultano perché il Tribunale di Milano ha bloccato l'avanzata nella Penisola ma sono convinti che prima o poi Uber ripartirà.
A Cagliari il problema esiste già e i tassisti hanno dissotterrato l'ascia contro la concorrenza sleale. «Abbiamo spedito una lettera al prefetto e stiamo aspettando un incontro per chiedere di fermare le associazioni radio-taxi fasulle che da un paio d'anni stanno lavorando in città - denuncia Antonio Frongia del sindacato Uri-taxi - portano i ragazzi in discoteca in modo completamente abusivo, senza rispettare le tante norme rigide e giuste alle quali noi dobbiamo attenerci». Secondo i tassisti queste iniziative che stanno fiorendo in città sono meno sicure e più costose del taxi tradizionale. «Cagliari è tra i migliori capoluoghi italiani per i servizi dati all'utenza - aggiunge Frongia - il Comune ci deve tutelare: deve tutelare i propri figli, visto che la nostra licenza è comunale, con controlli mirati sulla sicurezza di questi mezzi».
I tassisti ricordano quali sono le regole principali per essere in regola: avere la patente specifica e l'iscrizione al ruolo dei conducenti, seguire le regole fiscali degli artigiani, pagare un'assicurazione maggiorata e sottoporre ogni anno il veicolo alla revisione nei centri specializzati e al controllo della Municipale. Paletti rigidi che - accusano - vengono invece aggirati dal servizio Uber e dagli abusivi. «Non siamo contrari alla concorrenza - conferma Matteo Meloni mentre aspetta i clienti all'ingresso dell'aeroporto - ma le regole devono essere uguali per tutti. Per esempio, gli Ncc (noleggio con conducente) dovrebbero partire dall'autorimessa nel loro Comune, invece si piazzano davanti all'aeroporto e recuperano clienti sostituendosi al nostro servizio, incassando contanti e senza bancomat».
Secondo un suo collega della cooperativa 4 mori il mercato è saturo. «Il bacino è questo e vuol dire nove corse in un giorno medio fortunato - commenta Riccardo Diana - noi siamo artigiani con la partita Iva, paghiamo 10 euro al giorno solo di contributi ma qui non abbiamo l'Expo... Al massimo abbiamo la Fiera che quest'anno mi ha portato una sola corsa».
Marcello Zasso


LA NORMATIVA. Il Tribunale di Milano ha bloccato il servizio in Italia

«Bisogna adeguare le leggi»


Nelle scorse settimane il Tribunale di Milano ha bloccato le attività di Uber in Italia ma, negli stessi giorni, l'Autorità dei Trasporti ha riconosciuto per la prima volta l'esistenza di questa forma di mobilità alternativa. La normativa di riferimento è ferma al 1992, quando non si prevedeva l'ingresso della tecnologia e degli smartphone nell'autotrasporto pubblico. Ora dall'Authority è partito un atto di segnalazione a Governo e Parlamento perché venga aggiornata la normativa: per la prima volta, ha riconosciuto l'esistenza «di un nuovo e specifico segmento del mercato della mobilità». La possibilità che la rete offre agli utenti di entrare in contatto tra di loro e organizzare gli spostamenti in modo autonomo con sistemi come Uber «impone di riconsiderare l'adeguatezza degli istituti e delle categorie giuridiche sulle quali si è fondata sinora la regolazione della materia».
Nato nel 2009 a San Francisco, il servizio Uber sta conquistando le principali capitali, permettendo agli utenti di trovare un autista disponibile attraverso un software e di salire a bordo dopo un pagamento anticipato con carta di credito. Una percentuale fissa della transazione va nelle tasche della casa madre, il resto a chi offre il servizio: fatto che ha scatenato la dura reazione di taxi e noleggio con conducente. Due anni fa Google ha investito oltre 250 milioni nell'operazione e negli ultimi mesi starebbe lavorando a un servizio simile, che si affianca ad altri sistemi di condivisione degli spostamenti tra utenti. (m.z.)