Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una periferia in attesa di rammendi

Fonte: L'Unione Sarda
3 giugno 2015


Società

 

Via Is Mirrionis, una delle più lunghe della città, ma anche via Cadello, arteria di comunicazione per Pirri, ora chiusa a causa dei lavori per la nuova rampa lungo l'Asse mediano. E poi tutte le strade diventate sinonimo di spaccio e criminalità: via Castelli, via Timavo, via Seruci. E poi gli sterrati dove ci si buca, come quello di via Serpieri. Geografia di un quartiere dove, come ha ricordato qualche giorno fa il consigliere comunale Gianni Chessa, «si trova il 68 per cento dell'edilizia popolare della città» ma «mancano lavoro, servizi, strutture sportive e iniziative culturali».
Certo, c'è l'ospedale. E il Parco di Monte Claro, uno dei polmoni verdi della città. Il seminario diocesano. E poco altro, per la verità.
Is Mirrionis è, per usare una formula cara all'amministrazione comunale in carica, una delle «periferie da rammendare». Qualche segnale c'è stato. Una decina di giorni fa, a un anno di distanza dall'inaugurazione del giardino di via Barigadu, sono iniziati i lavori per la sistemazione dello sterrato ad angolo con via Meilogu. L'anno scorso, su un piano culturale, ci fu il progetto This is Mirrionis: ottenuta la “residenza d'artista”, i due fotografi inglesi Vanessa Winship e George Georgiou hanno vissuto per due mesi fra San Michele e Is Mirrionis, raccontando poi la loro esperienza attraverso 120 fotografie poi esposte per mesi alla Galleria Comunale di Cagliari. Carta d'identità di un quartiere di frontiera. (m. n.)