Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'azienda-cantieri pubblici

Fonte: L'Unione Sarda
1 giugno 2015

VIA ROMA. Sono 49 i progetti in atto e quattordici le opere previste per il prossimo anno

Oltre settecento buste paga con i lavori programmati in città 

La rivoluzione non è finita. Tutt'altro. Per l'altra città, la Cagliari del futuro, ci vorrà ancora un po' di tempo. Altri cantieri, altri lavori. E anche, inevitabilmente, un bel po' di disagi. Poi Cagliari avrà il suo nuovo volto, quell'immagine reale che già in questi primi tre anni e mezzo l'azienda-Comune firmata dal sindaco Massimo Zedda e dalla sua squadra di governo ha già cominciato a disegnare. Rendere vera. Vivibile.
LE CERTEZZE Zedda non ha proprio voglia di nascondere la gioia nel nome di una modestia ipocrita. Non lo fanno né lui né l'assessore ai Lavori pubblici, Luisa Anna Marras. All'unisono: «Tra ideazione, progettazione e lavori avanzati stiamo stabilendo tempi inferiori alla media europea che è di quattro anni mentre noi viaggiamo sul tre e mezzo. Tempi dimezzati, invece, rispetto alla media nazionale che va dai sette agli otto anni».
I TEMPI Una stoccata neppure tanto velata a chi denuncia tempi lunghi nei cantieri. Insomma, ritardi. «Ritardi non ne abbiamo avuti, a volte bisogna anche rallentare per le dovute verifiche in corso d'opera. In alcuni casi abbiamo sospeso i lavori su richiesta dei commercianti come in via Garibaldi o al Poetto la scorsa estate», ricorda l'assessore Marras. «Per poi dare un'accelerata in autunno e recuperare», aggiunge Zedda.
LE OPERE Quarantanove interventi in corso in città tra il 213 e il 2014 (in testa il Poetto e la sua riqualificazione) e 14 cantieri previsti per il prossimo anno. Ottantatré le gare d'appalto nel 2013, quarantuno quelle di quest'anno. E ancora: 2495 le imprese partecipanti e ben 1437 quelle sarde. A cominciare dall'impresa Porcu che si è aggiudicata i lavori del Poetto.
I DATI Nella tabella della forza lavoro predisposta da Sardegna ricerche-sportello Appalti e imprese, saltano fuori numeri importanti. «A cominciare dalle 700 persone, tra operai, tecnici e professionisti, impiegate nei cantieri attivi in città in questi due anni. La strategia che abbiamo adottato per favorire le imprese isolane è stata quella dell'eliminare, negli appalti, il massimo ribasso. Abbiamo al contrario premiato la qualità. Le piccole imprese si sono poi associate in Ati per poter partecipare alle gare economicamente più importanti», spiega Massimo Zedda. L'importo totale dei progetti del biennio 2013-'14 è di 160 milioni di euro, mentre è di 48,372 milioni la spesa della progettazione per i prossimi cantieri che riguardano il contratto di quartiere di Mulinu Becciu, il recupero e riqualificazione urbana di piazza Granatieri di Sardegna, gli interventi del Piano Città per Terramaini, borgo vecchio Sant'Elia, riqualificazione 554, Piazza Ingrao, piazza Matteotti. «In quest'ultimo caso, essendo la piazza di proprietà della Ferrovie, si stanno cercando accordi, anzi siamo a buon punto, per cancellare questa incompiuta che stride con gli impegni in atto di riqualificazione della città. Alla fine faremo noi il restauro, così come siamo intervenuti per sistemare le condotte sotterranee per separare acque nere da acque bianche di competenza Abbanoa. Opere che avrebbero, in caso di ritardi, inciso sul rifacimento delle strade o addirittura rischiato di far ripartire i lavori a cantieri chiusi», spiega il sindaco.
IL FUTURO Insomma, mentre diversi progetti sono conclusi e altri chiuderanno i battenti tra qualche mese, il Comune si prepara a mettere in atto altri programmi. Progetti per quasi 25 milioni di euro che dovranno andare in appalto ma che dispongono già della copertura finanziaria. Tra questi il completamento di via Manno, di piazza Garibaldi, del piano terra della Mem, l'aggancio di via dei Valenzani. «Tutto questo mentre in cassa - ricordano Zedda e Marras - ci sono 260 milioni di euro. Questo vuol dire che i cagliaritani non partecipano con neppure un euro al cosiddetto “buco della crisi” nazionale da oltre due miliardi. Siamo stati invece capaci di partecipare e sfruttare molti bandi nazionali e europei. E intervenire non solo in una parte di città ma dal centro alla periferia, con un programma e una visione mai parziale».
Andrea Piras