Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un nuovo ipermercato

Fonte: L'Unione Sarda
22 maggio 2015


Progetto lungo l'Asse mediano nonostante la forte crisi del settore

 

Centro commerciale, pratica spinosa in Comune


 

Oggi deve pronunciarsi la Commissione urbanistica, martedì la patata bollente sarà servita in Consiglio. E la patata è davvero bollente: da un lato c'è una maggioranza di centrosinistra che farebbe volentieri a meno di autorizzare la realizzazione di un nuovo centro commerciale in città; dall'altro ci sono dei privati che sembrano avere le carte in regola per aprirlo. All'amministrazione municipale tocca esprimersi sulla fattibilità dell'opera prima che la pratica affronti gli scogli successivi: autorizzazione paesaggistica, valutazione ambientale strategica, esame da parte di Regione (Servizio governo del territorio) e Provincia (Tutela paesaggistica).
I PROPRIETARI I privati in questione sono gli eredi Frau (Alberto, Camilla, Corrado, Elisabetta, Giulia, Marcello, Michela e Valeria) più Marcella Vadilonga. Sono i proprietari di tre lotti (oltre 16 mila metri quadri in tutto) in via dei Tigli, a Pirri, traversa di via Santa Maria Chiara, proseguimento di via Calamattia, accanto all'Asse mediano, proprio a ridosso della rotatoria da qualche mese al centro di lavori. Ma anche di fronte al colle di San Michele.
DIMENSIONI I proprietari chiedono al comune un parere preventivo per la realizzazione di un progetto integrato per la «riqualificazione» dell'area: una formula che, ai sensi della legge regionale 5 del 2006, si traduce come «grande struttura di vendita». Ovvero, un centro commerciale. Un altro. Superficie coperta: 2.129 metri quadri sul primo lotto, 1.039 sul secondo, 1.348 sul terzo. Totale, oltre 4.500 metri quadri. Che il Comune cercherà di non far cumulare in un unico edificio.
LA PROPOSTA La richiesta è del 27 novembre scorso. Prevede un «diverso assetto urbanistico» dei lotti «rispetto a quello prescritto dal Puc»: in quell'area, infatti, sarebbe dovuta passare una strada ma «lo stato attuale dei luoghi circostanti..., già edificati, è tale da rendere estremamente difficile la realizzazione della viabilità prevista dal Puc». I proprietari vorrebbero realizzare, all'interno dei lotti, una rotatoria, viabilità interna e un'area di 1.645 metri quadri «destinata a parcheggi e verde»; in più offrono al Comune la realizzazione, in via dei Tigli, di una «vasca di prima pioggia» che avrebbe l'effetto di migliorare il «sistema di smaltimento delle acque meteoriche del collettore di via Santa Maria Chiara».
PRESCRIZIONI La pratica, nei mesi scorsi, ha superato gli scogli degli uffici del Servizio pianificazione strategica e territoriale del Comune. Dai quali è uscita accompagnata da qualche prescrizione. La viabilità, per esempio: i progettisti devono integrare la proposta con uno studio che chiarisca l'impatto del nuovo assetto urbanistico «sui già rilevanti flussi di traffico che gravano sull'area», e rivedere la viabilità interna proposta in modo da «separare adeguatamente le aree destinate a parcheggi rispetto ai flussi in entrata e in uscita». Non solo: occorre compattare le aree destinate a verdi in modo che siano continue fra loro. E presentare uno studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica. In più, vista la collocazione di fronte al colle San Michele, la pianificazione dovrà essere di «adeguata qualità paesaggistica», con volumi di altezze contenute e che non impediscano la vista del colle. E poi: urbanistica sostenibile e valutazione delle «convenienze pubbliche e private». Una bella serie di paletti, non c'è che dire. Ma non uno stop. «Non potremmo», fa sapere in via riservata un consigliere di maggioranza.
Marco Noce


Mirasola

«Farebbe
solo male
all'economia
cittadina»

A richiamare l'attenzione sulla proposta di insediamento di un nuovo centro commerciale a Cagliari è il commercialista Fabrizio Mirasola, dell'associazione “Sardegna sostenibile e sovrana”, che da qualche mese anima il dibattito nel centrosinistra isolano.
A Mirasola il progetto non piace: «Non si capisce il senso di un nuovo centro commerciale, soprattutto se contestualizzato con la crisi socio-economica che si riscontra in città e provincia. La domanda è: a chi giova?» Mirasola cita i dati 2015 di Unioncamere su Cagliari: reddito disponibile pro-capite di poco superiore a 15.800 euro, consumi pro-capite 13.900 (in calo ben oltre la media nazionale). E il commercio? «In via Alghero si contano sette negozi chiusi, in via Garibaldi 18 attività hanno chiuso, in via Manno tre e ben 15 in via Dante: un bollettino di guerra. E mediamente in una piccola attività sono impiegati 2,2 operatori senza contare titolari, coadiuvanti e collaboratori. Gli sponsor dei centri commerciali sostengono che tali strutture creino posti di lavoro. Peccato che i contratti sinora più utilizzati sono stati lavoro temporaneo, a progetto, voucher e via dicendo, gli orari di lavoro pesantissimi e la retribuzione scarsa». Secondo il ministero per lo Sviluppo economico (Osservatorio nazionale del commercio) nelle cinque grandi superfici specializzate presenti a Cagliari gli occupati sono 89, i metri quadri impiegati 11.364». Inoltre, aggiunge Mirasola i profitti «non rimangono in Sardegna, ma prendono la via delle capitali ove hanno sede legale gli uffici della grande distribuzione organizzata».