Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Alla guida della sfilata col Toson d'oro sul petto

Fonte: L'Unione Sarda
4 maggio 2015


Quest'anno l'onore tocca al giovane consigliere Matteo Lecis Cocco Ortu

 


     

D icono che nel borsino della politica cagliaritana valga più di un assessorato. In termini di popolarità, la carica di Alter Nos supera di gran lunga l'incarico in giunta, anche perché è tutta onori e pochi oneri: non è un caso che i sindaci degli ultimi decenni abbiano sempre assegnato il Toson d'oro all'interno dei propri "cerchi magici", o al massimo a componenti della maggioranza. Di sicuro l'Alter Nos, rappresentante davanti a Efisio della comunità cagliaritana, è una delle figure più importanti della festa. Forse il più importante - dopo il santo, ovviamente - per il pubblico cittadino, che per una mattinata sogna di essere al suo posto, con frac e cilindro, salutato e osannato dalla folla.
LECIS COCCO ORTU Quest'anno toccherà a Matteo Lecis Cocco Ortu: ingegnere di 33 anni, consigliere comunale del Pd, che come tutti i suoi recenti predecessori ha trascorso l'ultimo mese a prendere lezioni di equitazione all'ippodromo del Poetto. Una full immersion che gli consentirà di omaggiare la folla con inchini e ampi gesti con il cappello in mano, lungo il percorso nel centro storico. Sino a qualche decennio fa, a vestire il panni del Vicerè per un giorno era il sindaco in persona. Poi, col passare del tempo, si è preferito delegare il compito ad altri amministratori, "investendoli" con le massime onorificenze: il "Toson d'Oro" (il medaglione donato da Carlo II di Spagna nel 1679 per calmare le ribellioni dei sardi insorti) e la fascia tricolore.
L'ABITO Camicia bianca e frac, cappello a cilindro calato in testa, sino al 1848 rappresentava il Vicerè che lo designava tra i consiglieri cittadini. E proprio il medaglione che porta sul petto è uno di quei particolari che sono rimasti immutati in quattro secoli. Nel 1679, quando venne donato ai cagliaritani dal re di Spagna, c'era inciso il volto del sovrano. Quando poi l'Isola passò sotto il dominio della corona sabauda, Carlo II venne sostituito da Vittorio Amedeo III.
Il Toson che viene indossato dagli Alter nos dei giorni nostri non è quello originale, ma una copia. Un clone realizzato dallo scultore cagliaritano D'Aspro alla fine degli anni Cinquanta. A convincere gli amministratori a utilizzare una copia fedele del pendaglio fu l'incidente accaduto all'Alter Nos nell'edizione del 1955. Mario Tufani, consigliere comunale del partito liberale, scoprì di avere perso il prezioso gioiello durante la sfilata. Fu ritrovato dai netturbini del Comune alla sera quando le strade vennero ripulite dai fiori e dalle decorazioni lanciate dai fedeli. Oggi è custodito gelosamente sottochiave, sostituito dalla copia artigianale sicuramente un po' meno preziosa, ma ricca sempre di grandi suggestioni.
GLI ULTIMI ALTER NOS Matteo Lecis Cocco Ortu avrà l'onore di rappresentare i cagliaritani un anno dopo Giovanni Dore. L'anno prima è stata la volta di Filippo Petrucci, nel 2012 è toccato a Francesco Ballero, primo Alter Nos nominato da Massimo Zedda. Per ritrovare un consigliere comunale che abbia avuto la possibilità di indossare due volte il Toson d'oro bisogna andare indietro fino al 2002, quando Giandomenico Sabiu venne scelto per la seconda volta da Emilio Floris (la prima nomina arrivò da Mariano Delogu). Nel 2003 è stata la volta di Ugo Storelli, poi Giorgio Adamo, Alessio Mereu, Raffaele Lorrai, Edoardo Tocco, Lino Bistrussu, Franco Masia, Stefano Schirru e Salvatore Mereu.
IL RECORD DI DE SOTGIU La nomina dell'Alter Nos è sempre stata tra gli interesse "primaverili" delle maggioranze di ogni segno politico. Si racconta che nelle amministrazioni targate Paolo De Magistris l'intero gruppo democristiano andasse in fibrillazione già da fine dicembre con una lotta serrata per indossare il Toson d'Oro. Nel libro dei ricordi della grande sagra del primo maggio, uno dei sindaci col maggior numero di presenze nel corteo è Mario De Sotgiu (sindaco 1979-80), membro anche della confraternita di Sant'Efisio, che ha vestito per ben cinque volte gli abiti dell'Alter Nos. Segue, staccato di una sola presenza, un altro politico del passato: Mario Orrù, assessore all'Urbanistica per alcune legislature nei primi anni Ottanta, che ricevette l'onore per quattro volte. Tre volte toccò a Michele Di Martino (sindaco nel 1981-84) che all'epoca della giunga de Magistris in qualità di assessore al turismo fu scelto per vestire il frac dell'Alter Nos.
Michele Ruffi