Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Saldo positivo solo grazie agli immigrati

Fonte: La Nuova Sardegna
4 maggio 2015

Uno studio delle Acli-Iares conferma che la popolazione sarda autoctona continua a diminuire


CAGLIARI Poche nascite, molte fughe all'estero. Sarebbe spopolamento se non fosse per gli arrivi da Cina, Filippine ed Est Europa. Il saldo migratorio per la Sardegna è positivo solo grazie agli stranieri. Però l'allarme resta. Soprattutto per il rischio desertificazione delle zone interne. Il futuro. Non promette niente di buono. «Entro due anni ci sarà il punto di svolta- spiega il presidente Acli Mauro Carta- il flusso migratorio non riuscirà a compensare le perdite». La proiezione al 2060 dice che la popolazione scenderà di quasi 300mila abitanti assestandosi intorno a 1,3 milioni. E sembra segnato anche l'avvenire dei paesi, 50, che ora sono sotto le 500 anime. Sono questi alcuni dei punti chiave della riflessione sull'analisi dei flussi migratori e dello spopolamento promossi dalle Acli e dal suo istituto di ricerca, lo Iares. I numeri. Il saldo naturale (differenza nascite e morti) tra il 2013 e il 2014 segna meno 3344 abitanti. Unica eccezione la provincia Gallura. Ma gli arrivi, nello stesso periodo sono stati 26.824. Risultato: la popolazione sarda è passata da 1.640.379 a 1.663.859 abitanti. Con un saldo totale che arriva a quota 23.480. «I Comuni – è scritto nel dossier – in cui si registra un saldo naturale negativo sono ben 302 su 377 (79 per cento). Mentre per quanto riguarda quelli con un saldo migratorio negativo si arriva al 33,2 per cento. È lo spopolamento l’incubo in cui vivono i Comuni trascurati anche dal flusso migratorio in entrata. Nuova emigrazione. È diversa da quella con la valigia di cartone: la fuga questa volta è di persone qualificate in cerca di rivalsa lontano da casa. Numeri da decifrare: ma le partenze in un anno (dati 2013) sono state oltre 6.500 di cui 2.254 all'estero. Ma dove vanno i sardi? Le regioni preferite sono Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Veneto. E in Europa? Germania, Francia, Belgio, Svizzera, Regno Unito e Paesi Bassi. (sa)