I toni sono accesi. «I nostri bambini sono stati in pericolo per tutti questi anni e nessuno ci ha informato. È scandaloso», si sfoga un genitore. «Il dirigente scolastico è venuto meno a un dovere morale e l'amministrazione cerca di prenderci in giro». La chiusura dell'asilo di via Leo - imposta martedì dagli uffici comunali per motivi di sicurezza - fa scoppiare la polemica. Da una parte rappresentanti comunali, dirigente e personale scolastico, dall'altra un centinaio di genitori. Il confronto nella sede di via Garavetti inizia male e si chiude anche peggio.
«L'asilo resterà chiuso per circa due anni», sentenzia Daniele Olla, ingegnere comunale ai Lavori pubblici. Il pubblico rumoreggia, l'assessore alla Pubblica istruzione Enrica Puggioni, tenta - vanamente - di riportare la calma. «Mi rendo conto del disagio, ma l'edificio ha bisogno di un intervento importante. Non c'erano alternative alla chiusura». Il dirigente Francesco Manconi tenta di lavarsene le mani: «Ho fatto diverse segnalazioni all'amministrazione», ribadisce. Cambia versione con quanto dichiarato due giorni fa («il Comune ha sempre mandato i suoi tecnici») e si lascia scappare «non mi hanno mai risposto». Puggioni: «L'amministrazione ha fatto tutti i sopralluoghi». Lo scaricabarile va avanti, insieme alle proteste del pubblico. L'indice è puntato contro Manconi: «Era suo dovere informarci». Sul finale arriva la soluzione: i settanta bambini sfrattati dalla loro scuola saranno dirottati nell'istituto di via Zefiro. I genitori storcono il naso, il Comune promette un pulmino per il trasporto.
Sara Marci