Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Asilo a rischio, si chiude

Fonte: L'Unione Sarda
29 aprile 2015

VIA LEO.

Lavori urgenti, il Comune dice stop: 70 bambini a casa

Avvallamenti nei pavimenti, sospese le lezioni 


Avvallamenti nei pavimenti: la situazione, nella scuola dell'infanzia di via Pietro Leo, Monte Urpinu, è così da tempo. Solo che ultimamente si è aggravata. Raggiungendo il livello dell'urgenza. Tanto che il Comune ha deciso di chiudere senza aspettare la fine dell'anno scolastico e dare il via ai lavori di ristrutturazione: da oggi bisogna trovare una sistemazione a 70 bambini.
L'EDIFICIO La scuola fa parte dell'istituto comprensivo Giovanni Lilliu, via Garavetti. L'edificio è strutturato su due piani. I problemi riguardano il pianterreno, l'unico utilizzato (la legge vieta alle scuole materne di ospitare gli alunni nei piani elevati): a essere infossati sono i pavimenti di un corridoio e di alcune aule. «Il problema esiste da tempo», racconta il preside Francesco Manconi: «Ultimamente si è aggravato. Io l'ho segnalato ripetutamente, insieme ad altri, come ad esempio alcune crepe. Sono problemi che hanno tante scuole, in Italia, e la nostra non è certo quella nella condizione più disastrosa. Il Comune ha mandato sempre i tecnici; l'ultimo sopralluogo circa tre settimane fa». Ed è stato questo, probabilmente sommato alla disastrosa catena di crolli delle ultime settimane, a indurre l'amministrazione a dare lo stop. Niente ordinanza del sindaco: non trattandosi di scuola dell'obbligo, non è necessaria. Dagli uffici comunali è arrivata una segnalazione, e ieri il preside ha diramato una circolare comunicando ai genitori che le lezioni, da oggi, sono sospese.
L'INCONTRO Fino a quando? «Non lo sappiamo», risponde Manconi. E dove verranno sistemati i bambini? Se ne parlerà oggi alle 15,30 nella direzione didattica di via Garavetti in un'assemblea cui parteciperanno l'assessore alla Pubblica istruzione Enrica Puggioni, il dirigente dell'assessorato ai Lavori pubblici e i genitori. L'amministrazione proporrà «alcune soluzioni alternative per il periodo dei lavori».
I PRECEDENTI I disagi sono inevitabili ma la precauzione, visti gli incidenti accaduti di recente in città, non sembra eccessiva. È di due giorni fa la caduta di pezzi di cemento dall'ottavo piano di un palazzo di via Cocco Ortu: proiettili che hanno centrato tre auto in sosta danneggiandole seriamente. E vengono i brividi a pensare alla possibilità che là sotto, in quel momento, ci fossero delle persone. Un mese fa, a pochi isolati di distanza, in via Machiavelli, a staccarsi erano stati il parapetto in muratura e la ringhiera in ferro di un balcone: anche allora andarono a schiantarsi su un'auto in sosta, sfondando la carrozzeria. La strada è rimasta chiusa al traffico per alcuni giorni. Un po' com'era successo agli inizi di febbraio nel tratto fra viale Trieste e via Roma, dove un palazzo fu fatto sgomberare d'urgenza dal sindaco per gravi problemi strutturali. Alla fine di quel mese era crollato il muro di una casa in via dei Genovesi: anche allora, diverse auto in sosta erano rimaste danneggiati. Ma allargando il raggio agli ultimi mesi, si registrano cadute di calcinacci in via Manno, nel Corso, piazza Pitagora, via Sassari. Quanto alle scuole, c'è da ricordare il crollo di un soffitto in un'aula del liceo Dettori, un anno e mezzo fa: in quell'occasione rimasero ferite una docente e due alunne. «Stanno venendo al pettine i nodi del grande boom edilizio del dopoguerra», ha commentato due giorni fa l'assessore all'Urbanistica Paolo Frau: «Costruzioni realizzate non sempre con i migliori materiali, spesso con sabbie inadeguate». Dichiarazioni che riprendono recenti denunce di Maurizio De Pascale, presidente dell'Associazione dei costruttori edili. (m. n.)