Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stagione, il sì dopo un blitz

Fonte: L'Unione Sarda
28 aprile 2015

 

TEATRO LIRICO.

Si parte il 29 maggio con l'Aida di Medcalf, fischiata anni fa

I lavoratori interrompono la riunione del Comitato

Tre voti afavore, due astenuti (i rappresentanti di Ministero e Fondazione Banco di Sardegna, Tore Cherchi e Francesco Boggio): da ieri pomeriggio il teatro Lirico ha finalmente una stagione lirica programmata. Sei opere nella lista messa a punto dalla sovrintendente Angela Spocci e dal consulente Federico Scoponi, di cui tre già conosciute al pubblico cagliaritano perché già rappresentate in passato, con gli stessi allestimenti: la prima a essere messa in scena, il 29 maggio, dovrebbe essere l'Aida di Stephen Medcalf, che anni fa in città raccolse più fischi che applausi, poi ci sarebbero un Elisir d'Amore e un Nabucco, una Carmen in versione ridotta estiva, la Jura, la Vedova Allegra e il balletto Romeo e Giulietta. Il clima aziendale resta teso: i sindacati ieri hanno interrotto i lavori del Comitato d'indirizzo imponendo un faccia a faccia; continuano a chiedere la cacciata di Spocci. Ma la priorità, per il Comitato d'indirizzo, era salvare il salvabile, conducendo in porto un'annata cominciata nel peggiore dei modi e non farsi tagliare fuori dal gruppo delle 14 fondazioni ammesse ai finanziamenti statali.
IRRUZIONE La seduta del Comitato d'indirizzo si conclude alle 16,45, dopo quattro ore abbondanti e burrascose. Alle12,20, al quarto piano del Lirico, manca solo Cherchi perché il Cdi, riunito nella stanza della direzione, sia al completo. Arrivano, in massa, circa quaranta lavoratori. La sovrintendente li guarda attonita e rientra nel suo ufficio. «È un momento difficile», ammette al microfono di una giornalista della Rai. È in questo momento che avviene la garbatissima irruzione dei dipendenti nella stanza del Cdi: il primo oboe dell'orchestra, Andrea Saccarola, segretario Fials indicato come portavoce, bussa alla porta semiaperta, infila la testa e domanda se si può entrare. Il sindaco Massimo Zedda risponde secco di no, «il Cdi deve riunirsi». «È da due mesi che aspettiamo di parlarvi», ribatte il sindacalista. Il sindaco si alza dalla poltrona, sbuffa e chiude bruscamente la porta. Qualcuno grida «vergogna». Dentro la stanza è in corso una trattativa sull'opportunità di ricevere o meno i lavoratori. Arriva Cherchi, la porta della direzione si apre per farlo passare e i lavoratori, stavolta più decisi, si incuneano. Ci sono anche un fotografo de L'Unione Sarda e un operatore della Rai: il sindaco è infastidito, dice che non è il caso di riprendere e ai lavoratori annuncia: «Stiamo discutendo delle modalità di un incontro con voi». L'assalto per il momento viene respinto, la porta si richiude.
FACCIA A FACCIA Alle 12,50 si leva il coro: «A-pri-te! A-pri-te!» Poco dopo, il sindaco si riaffaccia e convoca una delegazione di sindacati. Entrano in dieci, ne usciranno dopo un'ora e mezza: novanta minuti in cui vengono riepilogate rabbie e angosce dei 270 dipendenti del Lirico. Cherchi fa da pontiere, il confronto è serio, puntuale, documentato. Dai lavoratori arriva l'offerta di aumentare la produttività: «Vogliamo lavorare». E l'ormai solita richiesta: mandare via Angela Spocci, giudicata «inadatta». Il Cdi prende atto, promette valutazioni ma pone una priorità: per salvare la Fondazione occorre approvare una stagione lirica. Alle 14,30, congedati i sindacalisti, comincia l'esame. Il voto dopo un faccia a faccia con la sovrintendente e il direttore amministrativo Miriam Meloni.
Marco Noce