Ok del consiglio comunale
Autore: Federica Lai il 24/04/2015 14:42
Cagliari Comune denuclearizzato, per ora c'è il sì del Consiglio comunale. Adesso la palla passa alla Giunta per il documento finale. La mozione del consigliere comunale di Sardegna Pulita Ferdinando Secchi, e condivisa anche da Giovanni Dore, Francesca Ghirra, Enrico Lobina, Filippo Petrucci, Emilio Montaldo e Giuseppe Andreozzi, è stata votata alcuni giorni fa dall'Aula. "La decisione presa dal Consiglio comunale - spiega Secchi - è un altro tassello che potrà dare valore aggiunto alla mobilitazione massiccia dei cittadini di tutta l’isola contro l’ipotesi dell’arrivo delle scorie in Sardegna. I vari movimenti non si stanno facendo incantare dagli investimenti e dai posti di lavoro promessi alla terra che ospiterà le scorie ed evidenziano in ogni manifestazione i danni economici, ambientali e sulla salute umana, derivanti dall’imposizione di servitù militari su tanta parte del territorio che fanno della Sardegna la regione più penalizzata d’Italia".
Secchi ha anche evidenziato "come la sicurezza dei cittadini e dei loro figli non possa essere trasformata in business, per questo motivo si è chiesto alla Giunta di dichiarare Cagliari 'territorio comunale denuclearizzato', contrario quindi alla produzione di energia nucleare, con divieto di installazione di siti di stoccaggio, anche temporanei, per i rifiuti e sottoprodotti radioattivi derivanti dalla produzione di energia da centrali ad energia atomica, ed il transito ed i trasporto su tutto il territorio comunale di qualsiasi tipo di sostanza radioattiva. In poche parole nella città di Cagliari, dopo una delibera di Giunta che accoglie la mozione, non si potrà far arrivare o far transitare in nessun modo le scorie nucleari. Dello stesso parere il collega di partito Giovanni Dore. "Una mozione che proviene dal Comune capoluogo della Sardegna - aggiunge - non è mai un atto inutile e banale. Serve a ribadire – ove qualcuno non se ne fosse reso conto – che la Sardegna non può tollerare ulteriori atti di imposizione di “servitù” nei confronti della Stato. Noi Sardi, queste imposizioni le paghiamo da sempre: da quando ampie zone dell’isola vennero interamente disboscate per realizzare la ferrovia nazionale, quando migliaia di ettari vennero destinate ad utilizzo militare, quando alcuni degli scorci più belle delle nostre coste sono state destinate ad una industrializzazione pesante ed altamente inquinante. Probabilmente la Sardegna ha dato più servitù “per ragion di Stato” che tutte le altre regioni d’Italia messe assieme: col nostro no nucleare ed a depositi di scorie, il Consiglio Comunale di Cagliari rimanda questa riflessione allo Stato e chiede che la “solidarietà”, almeno per una volta, venga trasferita in altre terre ed a carico di altre popolazioni".