FIERA.
Spartizione delle aree di sosta tra cagliaritani, rom e africani
Tariffe fisse e offerte libere: una guerra tra poveri
Si presentano qualche minuto prima dell'apertura. Alle 9 in piazzale Marco Polo ci sono più parcheggiatori che automobili. Iniziano a “lavorare” quando arrivano i primi visitatori della fiera. Sabato, il giorno dell'inaugurazione, è andata maluccio. Poca gente, pochi soldi e un po' di tensione, quando si è sfiorata la rissa tra due gruppi di giovani africani. Giusto un alterco originato da una discussione per questioni di spartizione degli spazi. La vicenda ha coinvolto anche i parcheggiatori arrivati da Sant'Elia e si è conclusa con una sorta di accordo tra gli “addetti alla sosta”. I ragazzi extracomunitari, in prevalenza senegalesi e nigeriani, hanno occupato gli stalli di proprietà del Comune davanti all'ingresso della fiera, praticamente tutta l'area del piazzale Marco Polo. I cagliaritani si sono insediati nei parcheggi dell'Autorità portuale a Su Siccu e negli spazi davanti al Coni in viale Ferrara.
ADDETTI ALLA SOSTA Ieri mattina alle 11 c'erano 128 parcheggiatori: tantissimi africani, una trentina di cagliaritani e qualche rom. Davanti alle bancarelle un uomo sulla quarantina con occhiali da sole e maglia fucsia indica agli automobilisti la strada da seguire per raggiungere l'area di sosta: un parcheggio a pagamento (illegale, ovviamente). L'accento tradisce origini siciliane. «Ma vivo a Cagliari da tanto - racconta - ho cinque figli da sfamare e non posso far altro che venire qui alla Fiera. Di solito vado allo stadio quando gioca il Cagliari, ma quest'anno è un'annata disgraziata per tutti. Anche per noi». Dice di non essere razzista e scherza con un ragazzo senegalese. Nella sua “squadra” ci sono altre tre persone. «Disperate come me», taglia corto.
I PARCHEGGI Sotto il cavalcavia in tanti notano il cartello bilingue “Parking Parcheggi” e tanto di freccia che indica la grande area di sosta dell'Autorità portuale. C'è anche un grande foglio di cartone. Qualcuno, armato di pennarello e grafia incerta, ha scritto “offerta libera”. All'ingresso ci sono due persone. Il più giovane si chiama Davide e accompagna gli automobilisti nel parcheggio. Il più anziano vigila a pochi passi dal cancello. Non ha problemi a parlare con i cronisti. «Mi chiamo Orlando - dice - ma forse è meglio se non metti il mio cognome sul giornale. Ho avuto troppe noie. Sono stato anche in galera». Racconta di una rissa con un ragazzo senegalese. «Mi hanno condannato a sei mesi - sottolinea - non voglio avere altri problemi. Quello mi ha provocato e io ho reagito. Non potevo fare altro». Dice di non essere razzista, ma lascia intendere che la presenza degli africani lo infastidisce. Il colore della pelle non c'entra. È solo una questione di soldi. «Io chiedo un'offerta e chi parcheggia può stare tranquillo che nessuno sfiorerà la sua auto. Loro invece sono arroganti. Ti chiedono subito 5 euro e se non paghi rischi di trovare la fiancata della macchina con qualche riga».
IL LITIGIO A poca distanza dal parcheggio ci sono anche gli agenti della polizia municipale. Nella tarda mattinata non ci sono grandi flussi di traffico e la situazione è sotto controllo. Sabato invece è stata una giornata movimentate e non solo per il litigio tra giovani africani. Alcuni parcheggiatori raccontano di una donna presa a schiaffi dal titolare di uno stand per un parcheggio conteso. Ci sarebbe stato anche l'intervento dei vigili urbani, ma non risulta alcuna denuncia. Storie di ordinario degrado in un piazzale affollato da persone che cercano di sbarcare il lunario chiedendo qualche euro agli automobilisti. Sono profughi, clandestini, ex detenuti, rom, spacciatori, tossicodipendenti. Sono sardi e stranieri. Sono disperati.
Francesco Pintore