Dopo la vittoria di Matera progetti anche per le città finaliste
ROMA Lecce che si trasforma in una galleria d'arte a cielo aperto, con le opere a invadere bar e ristoranti, negozi e scuole. Cagliari che punta sul contemporaneo e lancia il suo filo rosso sull'altra sponda del mediterraneo per unire Italia, Europa e Nord Africa. Perugia che contamina Medioevo e modernità. Mentre Ravenna trasforma i suoi spazi e riscopre la vecchia Darsena. E Siena si porta avanti per il Giubileo con un viaggio sulla via Francigena. Nasce la capitale italiana della cultura e per il 2015 avrà cinque facce, cinque città con i loro tesori e mille iniziative, per richiamare l'attenzione sul belpaese “museo diffuso”, come sottolinea il ministro di beni culturali e turismo Franceschini. Ma anche rilanciare economia e lavoro facendo perno su arte e cultura. Lanciata dal ministro contestualmente all'elezione di Matera capitale europea per la cultura 2019 anche per non disperdere la mole di lavoro fatto dalle cinque città finaliste bruciate dallo sprint della città dei Sassi, l'iniziativa nasce con sostegno forte del Mibact, che quest'anno in via straordinaria garantisce ad ogni singola “capitale” un contributo di 1 milione di euro, per restauri, eventi, promozione. I sindaci ringraziano, «a un mese da Expo ci aspetta una visibilità mondiale incredibile», sottolinea a nome di tutti il primo cittadino di Cagliari Massimo Zedda. I programmi sono in parte ancora in fieri, con mostre, spettacoli, celebrazioni, concerti. Ma anche progetti di riqualificazione di aree delle città, collegamenti centro-periferia, restauri, aperture di nuovi musei o riscoperta di aree archeologiche fino ad oggi non accessibili, coinvolgimento delle associazioni giovanili, valorizzazione del territorio e del paesaggio. Idee e progetti diversi, città per città, ognuna con la sua impronta, da Ravenna con Dante, i Mosaici e il nuovo Parco archeologico di Classe, che dal 16 luglio svelerà il Porto Tardo Antico e teodoriciano, a Lecce con l'arte diffusa, i cortili aperti, il teatro fuori dal teatro, un festival tutto per i bambini. E se Perugia, come ricorda il giovane sindaco Andrea Romizi, punta sulla forma urbis della città e riscopre la sua storia di centro medievale per «seminare un cambiamento» e spingere i suoi giovani a trarre dalla storia l'ispirazione per affrontare nuove sfide», Siena fa quadrato coinvolgendo i suoi cittadini in un programma ricco di arte, musica, danza (persino un particolarissimo calendario dell'avvento che a dicembre trasformerà 24 finestre della città con opere di artisti contemporanei) che è anche una sfida collettiva per far ripartire l'economia nel segno della cultura. Mentre Cagliari arruola abitanti e artisti per visitare, interpretare e ridisegnare paesaggi naturali e tessuto urbano. Ogni città per sé con il suo progetto e il suo programma di eventi, ma dopo la competizione all'ultimo sangue di qualche mese fa, il clima fra i sindaci oggi è disteso e solidale. A garantire il coordinamento la Cidac, associazione città d'arte e cultura, che si occupa anche della promozione. Dal 2016 poi l'iniziativa andrà a regime, con una competizione che porterà alla scelta ogni anno (a parte il 2019 quando Matera sarà capitale europea della cultura) di una capitale italiana della cultura, finanziata dal Mibact con 1 milione di euro.