Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Castello Pasqua ortodossa per duemila immigrati

Fonte: L'Unione Sarda
13 aprile 2015

È Pasqua per gli ortodossi. Ieri hanno celebrato anche in città la festa cristiana più importante. Una settimana dopo quella cattolica, perché gli ortodossi seguono il calendario giuliano. Una liturgia officiata nella chiesa della Speranza da padre Mikhail Povaliaiev, parroco di San Saba il Santificato. Alla cerimonia hanno partecipato il console onorario bielorusso Giuseppe Carboni e tante persone di quei 2000 immigrati che vivono in città. «Come sempre per i nostri fedeli - sottololinea padre Mikhail - la Pasqua è un punto di riferimento e poterla festeggiare in città è come sentirsi a casa. Nella nostra liturgia e nei nostri canti pasquali vedo la loro gioia e la loro gioventù spirituale. È la potenza del Cristo Risorto che ha vinto la morte». Come tradizione ortodossa vuole, si sono rinnovate antiche consuetudini, i tre cibi rituali che non possono mai mancare e che hanno un significato particolare: le uova di gallina, dipinte artisticamente e benedette in chiesa, simbolo della rinascita, i kulichi, che si preparano in ricordo di Cristo che spezza il pane con i discepoli e la paska, simbolo dell'agnello sacrificale, un dolce che come forma ricorda il panettone. Rimane molto suggestivo il rito con le uova sode colorate: ogni fedele batte il proprio uovo contro quello del vicino dicendo “Cristo è risorto” e l'altro risponde “è veramente risorto”.
Alessandro Atzeri