Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dai suoni rarefatti di Togni all'ascesi di Beethoven l'ideale percorso di Francesco Libetta al piano

Fonte: L'Unione Sarda
3 aprile 2015


AMICI DELLA MUSICA. Il concerto oggi alle 19 al Minimax del Massimo di Cagliari

 


« O ra tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. (...) Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quegli ottantotto tasti la musica che puoi fare è infinita». Parole di Alessandro Baricco che potrebbero descrivere il rapporto del pianista Francesco Libetta con il pianoforte e la musica. Interprete del prossimo appuntamento con la Stagione Concertistica 2015 degli Amici della Musica, sarà a Cagliari questa sera alle 19, nella Sala MiniMax del Teatro Massimo. Proporrà un affascinante itinerario, dal periodo barocco a quello contemporaneo, che si aprirà con la Seconda Partita Corale su Preludi corali di Bach di Togni, esponente dell'avanguardia italiana del secondo Novecento. Seguiranno le Variazioni per pianoforte op. 27 di Webern, i Preludi II e IX di Francesco d'Avalos, il Widmungsblatt aus Messa in die Parsifal di Wagner. E, ancora, il virtuosistico Mephisto-Walzer di Liszt e la Suite in Si bemolle maggiore HWV 440 di Händel. Mentre la conclusione della serata sarà affidata alla Sonata op. 109 di Beethoven.
Un viaggio tra epoche e stili: un fil rouge accomuna queste musiche?
«Ho pensato a capolavori della letteratura pianistica, più o meno noti. Il leitmotiv potrebbe essere il tono mistico e ultraterreno. Dalle sonorità rarefatte di Togni, passando per la seduzione del Walzer di Liszt, fino alla bellezza che arriva all'ascesi di Beethoven. Un programma che svela, all'ascolto, un percorso e la sua direzione».
Il suo “personale sentire” tra i tasti bianchi e neri.
«Il pianoforte è per me non solo uno strumento ma parte di qualcos'altro. Chi scrive e lavora con orchestre concepisce ogni cosa come dialogasse con un'altra. Così come perde la necessità di esprimere ciò che sente attraverso musiche di altri autori».
Si definisce «un musicista liberamente distante dalle convenzioni del commercio musicale». Ci spieghi.
«Un esempio è questo programma. Non è concepito per “vendere”. Non accosta solo autori più noti, ma fa appello alla fiducia del pubblico nell'interprete e nelle sue proposte. Così il concerto diviene non qualcosa di simile ad un'esperienza già vissuta ma qualcosa di indimenticabile».
Luisa Sclocchis