Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Caro-tariffa, gli sforzi sono inutili

Fonte: L'Unione Sarda
31 marzo 2015

RIFIUTI.

Rivolta contro il sistema di smaltimento fondato sul monopolio deciso dalla Regione

La denuncia dei sindaci: «Distorte le regole della differenziata» Ai bidoni e ai cassonetti d'ogni colore, a Olzai hanno aggiunto i box per la raccolta degli abiti usati e i contenitori per l'olio esausto. In questo paese di 885 abitanti, un pugno di palazzine di granito nel cuore della Barbagia, la raccolta differenziata (gestita nell'ambito dell'Unione dei comuni) è ben oltre la soglia del 65 per cento, il traguardo stabilito dalla Regione per dividere i buoni dai cattivi, quelli che meritano il premio di uno sconto nella tariffa di smaltimento dei rifiuti o che invece vengono penalizzati con un supplemento in bolletta di 5,16 euro a tonnellata.
Qui si sta nella lista dei virtuosi, ma il sindaco Tonino Ladu dice che grandi tagli non se ne sono visti. «Siamo al 70 per cento della differenziata e puntiamo a un tetto più alto, ma il problema - spiega - è la frazione che ci costa di più, è quel rimanente 30 per cento che avviamo a smaltimento. È questa la voce che divora qualunque nostro sforzo». Olzai, come tutti i centri delle provincia di Nuoro e come l'Ogliastra, è obbligata a conferire l'indifferenziata all'inceneritore di Tossilo che pretende 249 euro a tonnellata, la tariffa più cara in Sardegna.
«E che ormai ha raggiunto un peso insostenibile. Non ce la facciamo più - sottolinea -. Anche per questo cerchiamo di spingere sui risultati della differenziata, proprio per diminuire al massimo il carico da avviare allo smaltimento». Meno tonnellate di residuo secco si mandano all'inceneritore, più si risparmia. Altro che premi per la raccolta di carta, lattine e plastica.
«Tutto lo sforzo svanisce davanti ai costi dello smaltimento», conferma Giovanni Porcu, primo cittadino di Irgoli, paese della Baronia che con gli altri cinque comuni dell'Unione Valle del Cedrino ha raggiunto vette del 79 per cento di differenziata. «Un meccanismo che tra l'altro non considera, per quanto riguarda l'umido, la specificità dell'economia di gran parte della Sardegna legata alla campagna. Succede - racconta - che il quantitativo di rifiuti utilizzati per fare il compost in casa non viene considerato sul totale dell'umido conferito, come se non esistesse».
Un meccanismo impazzito nel cuore del sistema di smaltimento dei rifiuti governato dalla Regione, con l'assessorato all'Ambiente che autorizza i titolari degli impianti ad aumentare le tariffe e consacra il regime di monopolio obbligando i comuni a conferire dove vuole lei, anche se costa di più. Non è per nulla che, dopo le prime timide rimostranze di qualche sindaco, è praticamente scoppiata la rivolta. Dall'Ogliastra alla Baronia, da Cagliari al Sulcis, dalla Barbagia al Mandrolisai. «A Macchiareddu e a Olbia pagheremmo la metà - ha spiegato Davide Ferreli, sindaco di Lanusei e presidente dell'Unione d'Ogliastra -. E invece la Regione ci costringe a pagare il servizio di smaltimento che costa di più, il servizio più caro per legge, negandoci la possibilità di scegliere l'impianto che costa meno e di risparmiare così decine di migliaia di euro. Un risparmio che a noi amministratori comunali darebbe modo di alleviare la Tari». Che, piccolo particolare, adesso pesa tutta sulle tasche dei cittadini (prima, con la Tares, i comuni potevano impegnare fondi di bilancio). Da Seulo, invece, il primo cittadino Giuseppe Carta racconta che dal 2009 il suo e gli altri paesi della Comunità montana pagano il doppio per lo smaltimento dei rifiuti. «Siamo passati da 90 a 180 euro a tonnellata. La Regione ci ha costretto a portare l'indifferenziata a Macchiareddu, 110 chilometri di distanza. Prima conferivamo a Villacidro, in discarica. Come? Le discariche sono un danno per l'ambiente? Le si chiuderà tutte? E perché, gli inceneritori non ne hanno una per le ceneri e le scorie?».
Piera Serusi
(19 - Continua)