Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le ronde dei “sassarini”

Fonte: L'Unione Sarda
30 marzo 2015

Da ieri presidio anti-terrorismo dei militari della Brigata Sassari

Porto, aeroporto e centro C.a.r.a. sotto controllo 


I primi “sassarini” arrivano al lavoro puntuali, alle 7. In coppia, si presentano negli obiettivi sensibili individuati dal comitato provinciale per la sicurezza: porto di via Roma, aeroporto di Elmas e Cara-Cpsa, nell'area aeroportuale militare. Poggiano le sacche negli uffici della Polizia e iniziano le ronde. Il primo giorno di presidio dei militari della Brigata Sassari, in quelli che sono ritenuti siti a rischio di attacco terroristico, va avanti su due turni: alle 19 il “rompete le righe”.
Dall'annuncio del prefetto Alessio Giuffrida, al termine di un vertice sulla sicurezza in Prefettura col vice questore e con i comandanti provinciali dei Carabinieri e della Duardia di finanza, sono passate dodici ore e i Dimonios sono scesi subito in campo per rafforzare i controlli nello scalo portuale al centro della città, nell'aeroporto Mameli e nel centro che ospita i migranti e i richiedenti asilo. Presenza simbolica, di prevenzione, ma anche di pronto intervento, in caso di necessità, sempre in stretto coordinamento con le forze dei polizia presenti nei tre centri sensibili.
I militari, tuta mimetica e armi in pugno, non passano inosservati nell'aerostazione di Elmas. Dalle 7 alle 13 due sassarini presidiano la zona esterna dei parcheggi e l'area dei check-in. All'ora di pranzo il cambio con altri due militari in servizio fino alle 19. L'area d'azione resta quella esterna: i fanti della Brigata Sassari non hanno l'autorizzazione per entrare nella zona degli imbarchi, dopo i varchi dei metal detector.
Anche al porto di via Roma i militari presidiano i punti dove c'è il maggior passaggio di persone. I controlli, dunque, avvengono soprattutto nella banchina dove attraccano i traghetti. Stessa situazione anche nella struttura militare del Cara-Cpsa di Elmas: ronde all'esterno della palazzina verde che ospita migranti e richiedenti asilo politico. Il lavoro dei militari della Brigata Sassari è svolto in stretta collaborazione con le forze di polizia responsabili della sicurezza dei tre “obiettivi”. Si tratta di un rafforzamento preventivo anche se c'è da capire fin dove si possono spingere i sassarini in caso di pericolo.
Dopo l'attentato terroristico al museo Bardo di Tunisi (come già accaduto all'indomani della strage nella redazione parigina del giornale satirico Charlie Hebdo) il messaggio lanciato dal prefetto e dai rappresentanti delle forze dell'ordine (questore e comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di finanza) era stato chiaro: «Non c'è un allarme terrorismo in Sardegna ma il livello di sicurezza è stato innalzato. Per questo sono stati predisposti piani di vigilanza soprattutto negli obiettivi considerati sensibili». Sono stati intensificati i controlli nelle chiese, nelle scuole, nelle sedi culturali, nelle redazioni degli organi di informazione, nei consolati, nei porti e negli aeroporti.
«Bisogna assicurare un'immediata protezione da possibili minacce», avevano fatto sapere dalla Prefettura. Perché anche la Sardegna non è immune da possibili attacchi terroristici. «Senza creare inutili allarmismi credo che nell'Isola, più che altrove, sia necessaria un'attenzione particolare da parte delle forze dell'ordine», aveva detto, dopo l'attentato di Parigi, Danilo Tronci, magistrato della Direzione distrettuale, titolare di tutte le inchieste sarde sul terrorismo internazionale. La vigilanza è ora diventata massima con l'utilizzo di circa 50 militari del 151° reggimento di fanteria Sassari.
Matteo Vercelli