Rassegna Stampa

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Calamosca e Monte Urpinu, massi in caduta libera. Sfiorata una studentessa

Fonte: web cagliaripad.it
25 marzo 2015


 

 

Ansa News


 

 

Muri in caduta libera e grandi massi che rotolano giù dalla montagna. Accade nel colle di Sant'Ignazio dove vento e pioggia stanno sciogliendo il terreno che rasenta viale Calamosca. Conseguenza: il grande e storico muro di pietra (posto a protezione di una ex zona militare estesa almeno 30 ettari) ha ceduto in più punti. È l’allarme lanciato da Sardegna Sotterranea, gli speleologi dell’associazione i tratti di muro che hanno ceduto sono una decina. "Ci troviamo davanti a un fenomeno preoccupante in assenza di interventi di consolidamento" afferma Marcello Polastri che si è occupato di recente, di monitorare il livello delle acque sotterranee nei tunnel di Tuvixeddu e Monte Urpinu, (“dove si è registrato il crollo di un costone roccioso”). "Solo per miracolo - racconta Valentina, giovane studentessa solita far jogging a Monte Urpinu - il crollo di quei massi non mi ha travolto".

Da questo pomeriggio infatti, nel marciapiede che dalla chiesa di San Bartolomeo avvia alla spiaggia di Calamosca, rasentando la storica Caserma Ederle, è invaso in più punti da grandi massi e da una spessa coltre fangosa. Le pietre (alcune pesano quintali), hanno invaso le cunette, altre ancora la strada. Ne deriva un duplice problema sia per lo scorrimento delle acque piovane ed anche per il transito delle auto.

"E' come se, a intermittenza, quel grande muraglione si stia sciogliendo velocemente" sostiene Massimiliano Deidda, guida ambientale dell'associazione Ambiente Sardegna.

All'origine dei crolli, a parte l'acqua piovana che dilava il terreno e che ha creato grandi pozzanghere, ci sono anche alcune cavità sotterranee. Come se non bastasse, una grotta naturale visibile sotto il muro, e che in particolare si addentra nel sottosuolo, mostra segni di lesioni strutturali da non trascurare.

Gli speleologi urbani che hanno effettuato un sopralluogo in collaborazione con il Comitato Sportivo Nazionale Europeo, nel costatare la situazione, hanno avvisato la Protezione Civile.

“Sarà il caso di transennare l'area per non far correre ulteriori rischi a quanti sono soliti passare sotto il grande muro?”, si domandano le associazioni.