Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ricerca della Clinica Psichiatrica di Cagliari Adolescenti sardi, sbornia troppo facile

Fonte: L'Unione Sarda
19 marzo 2015

 

B irra, vino e super alcolici si sostituiscono al pranzo e alla cena: così lo “sballo” sale alle stelle e le calorie invece restano sotto controllo. E la regola seguita dai giovani e giovanissimi affetti da “drunkoressia”, l'ultimo in ordine temporale nella schiera dei disturbi alimentari identificati da medici e psicologi. Un fenomeno che dalle metropoli statunitensi si è esteso a macchia d'olio fino alla Sardegna. A confermalo è stato il progetto di ricerca condotto dalla Clinica Psichiatrica Universitaria di Cagliari diretta dal professor Bernardo Carpiniello in alcuni istituti superiori dell'Isola e anticipato sulle pagine del sito Sardegnamedicina.it. Dalle interviste di circa 3000 studenti sono emersi dati inquietanti: «Il 19% del campione totale, il 37% delle femmine, ha un rischio clinico di sviluppare un disturbo del comportamento alimentare - spiega lo stesso Carpiniello nell'articolo scritto a quattro mani con la collega Federica Pinna -, per il 7,5% il pericolo è elevato. Oltre il 65% dei ragazzi valutati fa uso di alcolici, circa il 25% almeno una volta alla settimana. Inoltre, il 15% fa, o ha fatto uso, nel corso della vita di sostanze stupefacenti, per lo più cannabinoidi. Il 24% dei ragazzi ha poi ammesso di avere avuto nell'ultimo anno comportamenti volti al controllo del peso prima, durante o dopo aver assunto bevande alcoliche. Circa il 12% dei ragazzi è risultato, infine, avere un rischio, da moderato a elevato, di incorrere in problematiche correlate all'alcol».
Saltare i pasti o non mangiare per un'intera giornata, auto-indursi il vomito ed eccedere nell'esercizio fisico sono quindi diventati comportamenti comuni per almeno un ragazzo su quattro. Ragazzi alticci e disinibiti si fanno accettare meglio in una società che prende come esempio i corpi statuari o filiformi dei fotomodelli. Le grandi sbronze del weekend sono così compensate dal digiuno quasi totale durante il resto della settimana.
Il fenomeno degli adolescenti dalla sbornia facile con un occhio però sempre teso alla bilancia, esploso quasi un decennio fa negli Stati Uniti, non lascia il fisico indenne. Anzi, le conseguenze sono devastanti: «Può compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale e dermatologico) - confermano Carpiniello e Pinna - e portare persino a morte».
La pericolosità della patologia è aggravata dalla sua complessità. Fattori di rischio non univoci e manifestazioni cliniche poco chiare rendono difficile una diagnosi. «A questo spesso si aggiunge - dicono ancora i medici - un'assenza di consapevolezza da parte dei malati».
L'emergenza tuttavia ha raggiunto dimensioni tali da avere la piena attenzione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Discorso diverso vale per l'Isola dove bisogna recuperare terreno: «Nell'affrontare i disturbi alimentari la Sardegna vive un ritardo gravissimo rispetto all'Italia e all'Europa - ammettono Carpiniello e Pinna - non essendo stata predisposta nel territorio alcuna struttura sanitaria pubblica o privata». Da qui l'esigenza di avviare il monitoraggio regionale alla base dello studio. La prima tappa del progetto ha coinvolto 965 studenti del Liceo Pacinotti di Cagliari. La seconda ha incluso i circa 700 studenti oristanesi del Liceo De Castro e degli Indirizzi Tecnico Commerciale e Turistico dell'Istituto Mossa. Lo studio è proseguito all'Istituto Tecnico Industriale e allo Scientifico di Tortolì, l'Istituto Minerario Asproni di Iglesias, al Liceo Mossa e all'Istituto IPIA di Olbia.
Luca Mascia