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Abbanoa, i sindaci ribelli protestano a Cagliari

Fonte: web SardegnaOggi.it
12 marzo 2015

 

Abbanoa, i sindaci ribelli protestano a Cagliari
Protesta dei sindaci di 28 Comuni sardi, che non aderiscono ad Abbanoa per la gestione dell'acqua, a Cagliari. Una delegazione è stata accolta in Consiglio regionale ottenendo un primo risultato



Vogliono continuare a gestire l'acqua pubblica nei loro paesi in maniera autonoma, senza dover fare i conti con il "carrozzone" Abbanoa. Per questo oggi a Cagliari sindaci e cittadini di 28 Comuni della Sardegna hanno protestato in corteo per poi fermarsi di fronte al Consiglio regionale. "Abbiamo presentato una proposta di legge in Consiglio regionale ma da non hanno capito nulla di quanto abbiamo chiesto - ha detto il sindaco di Domusnovas, Angelo Deidda - abbiamo sollecitato di continuare a non chiedere nulla alla Regione perchè siamo 10 anni che non pesiamo sulle casse regionali come Abbanoa".

Dopo la manifestazione i sindaci sono stati accolti in Consiglio regionale, dal presidente Gianfranco Ganau e dai capigruppo, dove hanno ottenuto un primo risultato.  Incontreranno a breve scadenza la commissione Lavori Pubblici nella prima riunione utile dopo l'esame della legge sull'edilizia per riprendere il confronto riguardante la loro posizione nei confronti di Abbanoa.  Il portavoce dei sindaci Angelo Deidda ha chiarito nel suo intervento che da parte degli amministratori locali non c'è nessuna volontà di scontro. "Vogliamo solo-ha spiegato-ragionare con la politica, consapevoli di aver dimostrato la capacità di gestire il servizio idrico con efficienza, senza oneri per la Regione e soprattutto senza gravare ulteriormente sulle nostre comunità. Stiamo portando avanti da 10 anni - ha aggiunto Deidda - una battaglia per difendere le nostre ragioni, riconosciute anche da una sentenza del Consiglio di Stato, e intendiamo proseguire anche in sede giudiziaria se si dovesse rendere necessario".

Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau, dopo aver apprezzato l'iniziativa dei sindaci che ha definito "una sollecitazione legittima" ha affermato che "va proseguito l'impegno comune di seguire un percorso condiviso; stiamo affrontando un problema particolarmente delicato per tutta la Sardegna ed è giusto dedicargli tutta l'attenzione e gli approfondimenti che merita".