Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'intervista Mancini e la decisione del Ministero Sardegna Teatro: «Siamo pronti»

Fonte: L'Unione Sarda
9 marzo 2015


 


 

T eatro di Rilevante Interesse Culturale: è questa la denominazione che premia Sardegna Teatro sulla base dei progetti, per il triennio 2015 -2017, esaminati dalla Commissione consultiva per la prosa del Ministero per i Beni Culturali e Turismo. L'acronimo TRIC distingue ora 19 teatri, sparsi dal Nord al Sud della penisola. Comunicata l'altra sera, la decisione rende fiero il direttore generale di Sardegna Teatro, Massimo Mancini, ingegnere elettronico che si è sempre occupato di management culturale.
Quale dei progetti presentati pensa sia più piaciuto alla commissione giudicatrice?
«Nessuno in particolare, credo che ad avere colpito sia l'insieme delle nostre proposte, il fatto che ci siamo proiettati verso il futuro. Abbiamo compiuto una ricognizione in tutto il territorio isolano, contattando compagnie e singoli artisti. Abbiamo incontrato tutti, per quanto possibile, e avviato collaborazioni con scrittori, musicisti, editori chiamati a ideare nuove produzioni. Abbiamo detto qualche no ragionato, senza escludere a priori nessun interlocutore. Qualcuno può esserci sfuggito, ovvio, ma siamo in fase di costruzione».
L'assorbimento de Is Mascareddas può essere stato un elemento decisivo ?
«Tutti ormai si accorpano, è una strategia molto praticata. L'animazione dei burattini è peraltro ormai una rarità, una forma d'arte da preservare».
Essere un TRIC , significa maggiori finanziamenti ?
Non è detto, al momento non sappiamo quali siano i punteggi che ci hanno assegnato e le norme sono completamente cambiate. I grandi teatri hanno un potere economico di cui noi non disponiamo. Data la condizione insulare, dobbiamo sopportare alti costi per organizzare le tournée e trasportare le attrezzature». Questo ci penalizza ma il nostro intento è trasformare le difficoltà in opportunità.
La decisione ministeriale risarcisce in qualche misura Cagliari della mancata designazione a Capitale della Cultura 2019 ?
Non sono cose collegate. Certo la candidatura ha attirato l'attenzione su una città che si propone come centro promotore di eventi e collettore di esperienze. Il lavoro compiuto ha comunque fruttato contatti interessanti e messo in piedi un sistema. E la nomina ci conferisce prestigio».
Cosa implica la decisione di cambiare il vostro nome in Sardegna Teatro ?
«Indica una centralità, un unico organismo proteso agli stessi risultati. Tra questi, conquistare un maggior numero di spettatori abbattendo vari tipi di barriere. Ovvero, offrire prezzi bassi, rendere semplice l'acquisto dei biglietti, far capire alle persone che il teatro non è uno spazio sacrale ma un luogo d'incontro. Bellissimo sarebbe introdurre la sosta al foyer dopo ogni messa in scena, per potersi scambiare le impressioni su quanto si è visto. C'è una domanda di cultura latente e noi vorremmo risvegliarla».
Alessandra Menesini