Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Alfano: «Al vostro fianco, ecco i nostri impegni»

Fonte: La Nuova Sardegna
5 marzo 2015

Il ministro dell’Interno in missione a Cagliari per l’emergenza attentati
L’esponente del governo annuncia la creazione di un osservatorio permanente

 

di Umberto Aime wCAGLIARI C’è subito una grande notizia. In Sardegna lo Stato non vuole più essere quello che è oggi: un fantasma spesso ingombrante e qualche volta persino arrogante. «Se pensate il contrario, sbagliate», parole testuali di Angelino Alfano, nelle vesti ben indossate di un rassicurante ministro dell’Interno in missione a Cagliari. «Lo Stato è presente, non fa e non farà un passo indietro. Mai. Con tutti voi, vogliamo essere quella grande squadra che siamo ed è chiamata Italia». Perfetto, anche se la retorica forse andava misurata con maggiore sapienza. Subito dopo tre interessanti annunci. Il primo: l’avvio immediato dell’osservatorio nazionale che dovrà tenere sotto controllo l’emergenza attentati agli amministratori locali. In Sardegna sono stati già nove nei primi sessanta giorni dell’anno, Poi la certezza di «una prossima e sicura copertura assicurativa per chi sarà vittima di attacchi subiti perché chi è è un baluardo della democrazia nei territori». Infine l’impegno a convocare con maggiore frequenza i comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica: «Lo scambio d’informazioni fra magistratura, investigatori e amministratori sarà così continuo. .Nessuno avrà più alibi e dimostreremo che siamo un fronte unico». Ottimo, ma il ministro Alfano è scivolato anche su due bucce nelle cinque ore della sua full immersion cagliaritana. È stato quando ha detto che il protocollo sulla «promozione e la diffusione della legalità», firmato davanti a lui dai prefetti, dal presidente della Regione e da chi rappresentava i Comuni, era «un omaggio ai sindaci che non vogliamo diventino degli eroi, ma si sentano invece rassicurati dalla nostra presenza». Alla parola omaggio, molti hanno storto il naso e fatto capire che avrebbero gradito un sinonimo molto più corretto: «Riconoscimento». Sulla seconda buccia Alfano è finito quando, in un’esuberanza da 2.0, ha detto rivolto ancora ai sindaci: «Voi siete l’home page dello Stato». Home page? Non sarebbe stato meglio dire: avamposto o frontiera, si sono chiesti alcuni e forse avevano ragione. Essere più spicci avrebbe garantito maggior effetto anche alle promesse, non solo agli annunci. Primo atto. Il ministro è stato puntale, svizzero, all’appuntamento col comitato regionale per l’ordine pubblico, convocati magistrati, alti funzionari, generali e questori, e poi a quello pubblico con la Regione e i sindaci, per la firma dell’atteso protocollo. Due avvenimenti quasi in contemporanea, per far arrivare «in tempi stretti la risposta che lo Stato deve dare quando per contrastare o bloccare il legittimo no di un sindaco a certe pretese personali, alcuni, gli scontenti, si lasciano andare a illegittimi atti di violenza». L’ultimo, in Sardegna, è stato poco più di un mese fa a Bultei, con la bomba fatta esplodere davanti alla casa del sindaco. È Francesco Fois, anche lui presente al vertice, ma senza la fascia tricolore di traverso sul cappotto. Una dimenticanza? Chissà oppure un chiaro segnale di diffidenza nei confronti dello Stato che, spente le luci della ribalta, ritorna a essere un fantasma? Angelino Alfano l’ha escluso: «Abbiamo ben presente la situazione economica e sociale in cui vive l’isola. Sono qui per dimostrare di persona che lo Stato vuole proteggere chi amministra bene il patrimonio pubblico. Non vogliamo e non cerchiamo eroi, ma chi ha il coraggio di amministrare la cosa pubblica non può essere certo lasciato solo e lo Stato non lo lascerà solo». Secondo atto. Un altro passaggio importante del discorso del ministro è stato quando ha chiesto ai sindaci di avere ancora più coraggio. In cosa? «Nell’aiutare gli investigatori a scoprire gli autori di questi gesti criminali contro la democrazia». La Sardegna ha due primati nazionali da brivido: è la regione con il più alto numero di attentati nei piccoli Comuni ed è anche quella in cui addirittura il 90 per cento degli attentatori non sono scoperti. «È un’emergenza nell’emergenza – ha sottolineato Alfano – su cui dobbiamo lavorare insieme e con forza per sconfiggerla». Contro l’omertà – ha concluso – l’impegno «dovrà essere massimo e continuo in tutti i Comuni». Terzo atto. È stato quello conclusivo con la firma del protocollo sottoscritto dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e da quello dell’Associazione dei Comuni, Piersandro Scano. «È un vero e proprio patto di ferro – ha detto Alfano – per diffondere la legalità e il rispetto della convivenza civile dovunque e comunque. Perché questo messaggio passi – sono state le sue parole – dobbiamo cominciare dalle scuole e rendere partecipi le nuove generazioni che qui non ci possono essere errori». Con questo impegno, Alfano è ripartito per Roma dopo aver inaugurato anche una nuova caserma seppure a Cagliari e non – sarebbe stato molto meglio – in un piccolo Comune.