Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sindaci in trincea, oggi c'è Alfano

Fonte: L'Unione Sarda
4 marzo 2015

L'EMERGENZA.

I dati della Commissione parlamentare d'inchiesta all'attenzione del Viminale

Alle 10.30 l'arrivo a Cagliari: nell'Isola il record degli attentati All'ultimo colpito in ordine di tempo gli hanno messo una bomba sulla porta di casa un sabato sera. È stato l'ennesimo avvertimento di una lunga scia di aggressioni, scritte sui muri, volantini anonimi, incendi alle auto, proiettili via posta, carcasse di animali a domicilio agli amministratori locali. L'allarme, (ri)lanciato dai sindaci e dalla Regione due mesi fa, è stato raccolto dal ministro dell'Interno, che oggi arriva a Cagliari.
«Dopo i caduti delle forze dell'ordine, nessun'altra categoria ha fatto registrare più vittime in Italia», sottolinea la Commissione parlamentare d'inchiesta sulle intimidazioni a sindaci, assessori, consiglieri e loro familiari. La Sardegna, in rapporto alla popolazione, è la regione messa peggio: 8,3 episodi ogni centomila abitanti, 136 dal 2013 ad aprile del 2014. Un Comune su quattro conosce da vicino questo devastante fenomeno, diffuso soprattutto nei centri più piccoli. Per l'ex procuratore generale della Repubblica presso la Corte d'Assise di Cagliari, Ettore Angioni, sentito dal gruppo dei senatori che ha concluso i suoi lavori il 26 febbraio, «le zone più critiche sono quelle che ruotano intorno ai circondari di Nuoro, Lanusei e Oristano, e che comprendono una larga fascia della Sardegna centro e nord orientale».
I dati del Rapporto stilato dalla Commissione d'inchiesta (relatrice Doris Lo Moro), scaturiti anche da una missione nell'Isola il 13 giugno scorso, sono stati ripresi dalla prima commissione permanente del Consiglio regionale, guidata da Francesco Agus, che ha approvato ieri una risoluzione per impegnare il presidente della Regione e la Giunta a «sottolineare con le massime cariche del Governo», cioè oggi al ministro dell'Interno, «la situazione peculiare della realtà sarda». Ovvero: noi subiamo il 10,6% del totale delle minacce e l'89,7% è compiuto da mano ignota. Le “matrici” sono: criminalità comune (quella organizzata - a detta delle forze dell'ordine - esiste solo come mera possibilità in alcune aree caratterizzate da forti investimenti provenienti dall'esterno), motivi personali e dissidi privati, disagio sociale, tensioni sociali legate a specifici fatti amministrativi (abusivismo, concessioni, appalti). Il fenomeno è difficile da gestire, servono nuovi strumenti operativi e normativi - dicono i consiglieri regionali.
Dopo l'ultimo attentato, quello al sindaco di Bultei Francesco Fois, a fine gennaio - erano giorni in cui altri amministratori erano sotto attacco (solo verbale, ma in maniera preoccupante) per l'aumento delle tasse - l'Anci e il Cal hanno chiamato a raccolta «gli eroi nascosti» (li definisce il ministro) proprio nel paesino del Goceano e detto forte e chiaro che così non si può continuare. «Stiamo diventando il parafulmine del malessere. Carichi di responsabilità e privi di strumenti e di risorse, paghiamo spesso per scelte che vengono fatte da altri e in alto. Siamo molto preoccupati». Il presidente Pigliaru aveva raccolto subito l'Sos e scritto al Viminale, una prima risposta la darà questa mattina Alfano a Palazzo Regio, con la firma di un Protocollo per la promozione e la diffusione della cultura della legalità.
Cristina Cossu