Rassegna Stampa

Il Sardegna

L'amarezza dello sconfitto Soru «Rispetto la decisione dei sardi»

Fonte: Il Sardegna
17 febbraio 2009

Piazza del Carmine. Facce cupe nel quartier generale del Pd a Cagliari. Telefonata a Cappellacci

Gessa: pulizia etnica E a Roma il loft del partito democratico è deserto fin dalle 20

Ennio Neri regione@ilsardegnablu.it ¦

«È una disfatta». Già dalle 22 in piazza del Carmine, sede del comitato elettorale di Renato Soru, i risultati li seguono in pochi. Quei cinque punti di scarto che già da tre ore distanziano Cappellacci da Soru sembrano davvero troppi. Hanno atteso un po’ di più a Roma. Il segretario nazionale del Pd Walter Veltroni ha lasciato la sede del partito poco dopo le 20. In piazza del Carmine non resta che l’amarezza. E ci si fa coraggio l’un l’altro. In attesa dell’arrivo del “presidente”.
RENATO SORU, arriva con la sua compagna e il deputato Pd Antonello Soro, verso le 23. Quando varca la soglia al primo piano di piazza del Carmine viene accolto tra gli applausi e qualche lacrima. Lui stesso sembra tradire un pizzico di emozione. «È stato scrutinato solo il trenta per cento delle schede. Aspettiamo a commentare», ha detto con la voce strozzata Renato Soru. «Ho servito la Sardegna onestamente e al meglio delle mie possibilità - ha aggiunto prima di ritirarsi - qualunque cosa i sardi abbiano deciso lo accetterò e farò i migliori auguri al nuovo presidente, chiunque sarà». E così ha fatto dopo la mezzanotte, con una telefonata al suo avversario. La giornata era partita sotto i migliori auspici in piazza del Carmine. I primi dati in arrivo, poco dopo le 17, danno coraggio ai supporters di Soru. C’è anche lo spazio per le zeppole e il buonumore. Dentro c'è il via vai di tanti candidati. Ci sono Massimo Zedda e Chicco Porcu, candidati alle regionali e Caterina Pes, parlamentare e poi Gianmario Demuro e Clara De Sousa, nel listino di Renato Soru. Con loro esponenti del mondo della Cultura come gli scrittori Luciano Marroccu e Flavio Soriga e il regista Gianfranco Ca-biddu. E c’è anche Achille Passoni, commissario del partito nell’Isola. Poche parole da parte del commissario. «Le forze politiche dovranno ragionare sul calo dell’affluenza», ha sottolineato Passoni, «e andrà indagato moltissimo soprattutto il dato nel Sulcis. È probabile», ha aggiunto, «che la crisi abbia diffuso ansia e preoccupazione ». Ma verso le 19 la preoccupazione cala sul volto del consigliere regionale Marco Espa, misterioso al cellulare. «Sono in arrivo», si mormora, «dati negativi da Quartu, Iglesias e tutta l’area vasta di Cagliari». Si teme uno tsunami di voti per Ugo Cappellacci e la sua coalizione capace di stravolgere il risultato. Ed è la cronaca di una tragedia annunciata. Da allora in poi le schermate con le percentuali feriscono come coltellate i presenti. All’esterno in piazza c’è un po’ di tensione. I giovani si trattengono a lungo a dialogare con Gessa. «Senza Soru è finita», ammette rassegnato un ragazzo al professore, «non è così gli risponde il professore. Dovete imparare a incanalare la vostra rabbia e a non disperderla». La sala affollatissima continua a riempirsi di giovani. Molti non riescono ad entrare e restano ore ad affollare le scale e gli androni. Tanti sono dell’Università. C’è chi si sfoga accusando Berlusconi, chi dà la colpa all’informazione regionale «troppo schierata con il centrodestra». I responsabili li individua Gianluigi Gessa, lo scienziato e consigliere regionale Pd: «È ora - ha annunciato con un duro il commento - di fare pulizia etnica nel Pd». ¦