Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un museo delle rovine

Fonte: L'Unione Sarda
2 marzo 2015

LE BOMBE DEL '43. Annuncio a sorpresa del sindaco Massimo Zedda

Il Comune acquisterà una delle case sventrate 

Le rovine diventano museo, per ricordare le vittime civili e militari dei bombardamenti su Cagliari, dei quali in questi giorni si celebra il 72° anniversario. Per non dimenticare, certo, ma soprattutto per comunicare ai giovani e alle generazioni che li seguiranno che la guerra è prima di tutto morte, orrore e devastazione, che le guerre si perdono sempre e le perdono tutti compresi i vincitori: solo un po' meno.
L'ANNUNCIO Il sindaco Massimo Zedda ha scelto la cerimonia di commemorazione organizzata ieri mattina sotto i portici del palazzo del Consiglio regionale, in via Roma, per dare l'annuncio: «Il Comune», ha detto al termine del suo breve discorso, «sta trattando con i proprietari per acquistare le rovine di una delle case centrate dalle bombe tra il 26 e il 28 febbraio del 1943. Grazie al Piano particolareggiato del centro storico sarà possibile riqualificare i palazzi crollati, ma uno di quei vuoti urbani rimarrà e sarà il Luogo della Memoria». Il sindaco non chiarisce quale stabile in particolare il Comune intenda trasformare in una specie museo di se stesso, che sia testimonianza dell'orrore. Forse - ma Zedda non dice nemmeno questo - ci sono più trattative in corso per i non pochi edifici martoriati dagli “spezzoni” lanciati dai piloti degli aerei statunitensi, inglesi e canadesi durante la Seconda guerra mondiale, e poi si vedrà quale andrà in porto. Le macerie sono concentrate in quattro quartieri: Castello, Marina, Stampace e Villanova. Nella prima serie di raid del febbraio '43 (iniziata il giorno 16) morirono in città 165 civili e 44 militari, nella seconda (tra il 26 e il 28) 411 civili e 189 militari. Raid ancora più violenti seguirono il 13 marzo.
I VINCOLI Recuperare i “vuoti urbani” (cioè gli spazi creati dalle bombe che hanno sventrato alcuni palazzi lasciando in piedi quelli a fianco) e le costruzioni ridotte in macerie non è facile. Talvolta, le esplosioni delle bombe sterminarono interi nuclei familiari ed è complicato stabilire chi siano gli eredi, in altri casi la proprietà si è molto frazionata (sempre per via ereditaria) e i titolari non trovano un accordo. Soprattutto, però, le difficoltà sono dovute al fatto che gli edifici bombardati 72 anni fa sono ovviamente in quartieri storici, con tutti i vincoli che ne derivano. Il Piano del centro storico dovrebbe semplificare molto la questione e consentire - è un'altro obiettivo di Zedda - di creare un percorso storico-culturale tra le rovine della Seconda guerra mondiale, corredato di cartelli che descrivano ciò che lì esisteva prima delle macerie: non solo le case crollate, ma anche portici antichi che la Naaf (Northwest African Air Force) al comando del generale statunitense Carlo Spaatz rase al suolo, assieme alle vite di migliaia di cagliaritani e al nazi-fascismo.
Luigi Almiento