Trattato Usa-Ue sul commercio. L'allarme parte dalla Sardegna: "Una sciagura per il cibo locale"
Un trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti potrebbe portare alla rovina le produzioni made in Sardegna. L'allarme è stato lanciato da Sardegna Sovrana che da Cagliari chiama le istituzioni a raccolta contro il Ttip (Transatlantic Trade and Investments Partnership). "Grave rischio per la sicurezza alimentare, sarà impossibile tutelare il cibo qualità".
CAGLIARI - Addio al pollo ruspante allevato a "chilometro zero" e benvenuto, si fa per dire, al pollo a stelle e strisce del Kentucky. É solo l'esempio estremo di ciò che potrebbe avvenire con il via libera al Transatlantic Trade and Investments Partnership, un trattato su libero scambio ed investimenti che Stati Uniti ed Unione Europea stanno negoziando dal 2013, e sul quale non è stata fatta troppa chiarezza. A pensarla così è l'associazione Sardegna Sostenibile e Sovrana che a Cagliari ha come rappresentante il consigliere Enrico Lobina: "É un accordo che tocca tutti gli aspetti della vita sociale, economica e culturale della nostra terra".
Il nocciolo del trattato non riguarderebbe la diminuzione delle tariffe, già basse nel regime di libero mercato, ma l’eliminazione delle “barriere normative”. Cosa significa? "Gli agricoltori, e tutti coloro che hanno a cuore la propria alimentazione, sappiano che Ttip significa deregolamentazione della sicurezza alimentare. Con l’eliminazione delle normative europee sulla sicurezza alimentare entreranno gli Ogm (Organismi Geneticamente Modificati) e, più in generale, verrà meno il principio di precauzione europeo e sarà praticamente impossibile tutelare le produzioni di qualità e a Denominazione di Origine protetta, di cui la Sardegna può far vanto in ordine alle sue produzioni fondamentali: olio, vino, formaggi, carciofo, agnello, zafferano". In sintesi l'accordo andrebbe in deroga a diversi regolamenti e leggi che ad oggi tutelano le produzioni locali. Secondo Pierluigi Marotto il documento andrà ad "incidere sui nostri asset principali, con la fine dell'industria e delle miniere ci rimangono il sole, l'acqua e la terra. I sardi oggi hanno la consapevolezza di quello che mangiano ma presto potrebbe non essere così perchè è chiaro che produzioni su scala industriale delle multinazionali distruggerebbero l'agricoltura locale".
Ed è proprio dal locale che parte una prima battaglia, con una mozione firmata da sette consiglieri del centrosinistra: "La Regione Sardegna ed i Comuni non possono stare fermi e fare finta di nulla, possono e devono esercitare il loro ruolo a tutela degli interessi dei sardi. L’articolo 52 dello Statuto sardo statuisce poteri e prerogative molto chiare in materia di legislazione doganale per quanto concerne i prodotti tipici di suo specifico interesse”.