Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Carnevale in tono minore

Fonte: L'Unione Sarda
23 febbraio 2015


Centro chiuso al traffico, cori e rombo di motori ma la festa non decolla

 

Scooter e auto storiche al posto di carri e tamburi


   
 

Moto, scooter, auto storiche e fuoristrada hanno sostituito i carri allegorici, il fumo delle marmitte ha colorato (e inquinato) l'aria, sostituendosi alle stelle filanti, e il coro Bevo, mi ubriaco e son felice ha preso il posto del tradizionale Cambarà e maccioni .
Sembrava più un corteo nuziale che una sfilata: Stampace ieri ha ospitato un nuovo pezzo di Carnevale che ha lasciato ancora una volta l'amaro in bocca ai bambini. Il colpo di coda non è arrivato neanche con la Pentolaccia: ha vinto un'altra volta l'austerità e la scelta di ridurre ai minimi termini la festa di febbraio. Agli organizzatori di Cagliarinevale (l'associazione Diapason Sardegna Live) va il merito di aver riportato la festa per le vie del centro, data l'indisponibilità (per i lavori in corso) del lungomare Poetto che ha ospitato la prima edizione. Ma la festa non è mai decollata. Chi si è avventurato tra le strade chiuse al traffico (piazza Yenne, il Largo, il Corso e via Azuni) si è dovuto accontentare di quel che offriva il convento. I bambini si aspettavano qualcosa di più: «Dov'è la sfilata? Dove sono le maschere?».
Ieri mattina, nonostante il tempo incerto e qualche goccia di pioggia, la prima parte del Corso è stata teatro della Vespiglia, una sfilata dei tradizionali scooter trasformati e colorati per l'occasione. Nel primo pomeriggio si è tenuto quello che era previsto come l'evento clou, la sfilata dei mezzi a motore seguiti dalle maschere, che hanno presto abbandonato la carovana per proseguire in ordine sparso. In piazza Yenne e nel Largo si sono sistemati gli hobbisti, ma non è stata una giornata da affari d'oro.
Poi sono arrivati i momenti dedicati ai bambini. Nel Corso sono state sistemate le funi con i sacchi da abbattere per la Pentolaccia mentre i giovani del collettivo Sa Domu di Castello, vestiti da pirati, hanno organizzato una caccia al tesoro nelle scalette Santa Chiara. Polizia, carabinieri e vigili urbani hanno avuto poco da fare durante la Pentolaccia, impegnati più che altro a dare informazioni ai curiosi su come fosse organizzata la manifestazione e dove si fermassero i bus del Ctm.
Marcello Zasso


Il ricordo

«Ratantina,
un patrimonio
dilapidato»

«Questo non è Carnevale. Ho avuto l'infelice idea di portare il bambino a vedere le maschere: torno a casa, che è meglio». Bruno Casti, dell'Arconconfraternita di Sant'Efisio, è cresciuto in mezzo ai carri della Gioc. «Ricordo le grandi sfilate e i personaggi storici che le animavano, i tamburi della Ratantina facevano tremare Stampace, ma non è rimasto niente di quella tradizione».
La vecchia guardia non ha apprezzato la scelta di affidarsi all'odore dell'olio bruciato dai motori al posto del rogo di Cancioffali. «Abbiamo dilapidato un patrimonio e mi spiace che i bambini di questa generazione non possano vivere la festa che animava la città. Da quando è mancato il leader della Gioc Pinuccio Schirra sono cominciati i problemi. La mazzata l'aveva data il parroco e il Comune da anni ha azzerato l'iniziativa, togliendo i pochi fondi necessari». (m. z.)