Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«L'amianto è ancora lì»

Fonte: L'Unione Sarda
23 febbraio 2015


POETTO. La bonifica del 2012 non è servita, pronta una nuova perizia

 

Indagini, l'Osservatorio dice no all'archiviazione

 

La grande bonifica dell'estate del 2012, quando furono raccolti quasi 400 chili di amianto, ha ripulito soltanto in parte l'arenile. Al Poetto, la spiaggia dell'Expò 2015, c'è ancora troppo eternit, triste eredità lasciata dai casotti demoliti con le ruspe nel 1986. I frammenti del micidiale composto nascosti nella sabbia riaffiorano infatti ogni volta che soffia il maestrale, più numerosi delle conchiglie. E poco possono fare gli operatori in tuta bianca mandati dal Comune a raccoglierli uno a uno ogni volta che scatta una segnalazione. «È come svuotare il mare col cucchiaino, la verità è che serve una vera e radicale bonifica, ma nessuno ha il coraggio di dirlo».
L'INCHIESTA DELLA PROCURA È quanto denuncia l'Osservatorio nazionale amianto (Ona), rappresentato in città dal medico cagliaritano Franco Anedda che, nell'ottobre di tre anni fa, ha presentato attraverso l'avvocato Bachisio Mele un esposto in Procura in cui si ipotizza il reato previsto dall'articolo 437 del codice penale, lo stesso contestato nel processo per l'inquinamento a Quirra. Il fascicolo è in mano al pm Giangiacomo Pilia il quale però, dopo che il Comune ha disposto una nuova bonifica programmata per l'autunno appena trascorso, ha deciso per l'archiviazione. «Ma sinora nulla è stato fatto», accusa Anedda che proprio per questo, a dicembre, si è opposto alla richiesta del magistrato inquirente chiedendo un supplemento di indagine sul quale deciderà domani il Gip Giuseppe Pintori. In aula l'associazione presenterà, oltre a video e foto che documentano la presenza dell'eternit, anche una perizia dell'ingegnere Massimo Magno.
CASO NAZIONALE Del pericolo amianto al Poetto si è occupata nei giorni scorsi anche la trasmissione tv Striscia la Notizia, con un servizio intitolato «la spiaggia all'amianto» - non proprio una bella pubblicità - in cui sono stati mostrati i filmati girati da Anedda in questi due anni e il cartello che l'amministrazione ha piazzato all'ingresso dell'arenile con cui si sostiene che «la eventuale presenza di frammenti potenzialmente contenenti amianto non comporta necessariamente un pericolo per i fruitori, se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso». Un messaggio che Anedda non esita a definire «un falso ideologico perché - attacca - quella frase è estrapolata dal testo della legge sulle bonifiche nelle aree industriali, mentre in una spiaggia le persone si sdraiano al suolo e i bambini giocano con la sabbia: la presenza di amianto in questo contesto rappresenta il livello massimo di pericolo».
L'ULTIMO APPALTO E non basta - a parere dell'Ona - che pochi mesi fa la giunta comunale abbia appaltato a una ditta di Elmas nuovi lavori di ripulitura per 40mila euro. «Si continua a usare il cerotto quando servirebbero gli antibiotici - sostiene l'Ona -, abbiamo stuprato il Poetto usandolo come cava per costruire i palazzi, l'abbiamo trasformato in una favela coi casotti che poi abbiamo demolito spargendo amianto ovunque, infine l'abbiamo giustiziato con lo scempio del ripascimento. Crediamo che sia giunta l'ora di prendercene cura davvero, per tutelare la salute dei nostri figli e delle generazioni future».
L'AUSPICIO Una strada che Anedda spera venga imboccata al più presto anche con l'aiuto della magistratura. «Mi auguro che di fronte all'inerzia del potere politico - sono le sue parole - e alla necessità inderogabile delle bonifiche la magistratura agisca come stimolo. I morti per amianto nel 2014 sono stati seimila, non possiamo fare finta di nulla. Per questo l'udienza Gip di domani è un passaggio decisivo».
Massimo Ledda