Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Se l'emergenza fa il tutto esaurito

Fonte: L'Unione Sarda
19 febbraio 2015

Accampamenti di fortuna in viale Sant'Ignazio. «Ma qui non respingiamo nessuno»

Nel centro di accoglienza c'è il pienone, senzatetto per strada


Al calare del buio, viale Sant'Ignazio da Laconi diventa un dormitorio all'aperto. Tutto si adatta a fungere da giaciglio di fortuna: panchine, marciapiedi, cartoni. Fino a un paio di settimane fa c'era anche chi si era sistemato nel box che per anni ha fatto da biglietteria per l'Anfiteatro: alcune settimane fa, L'Unione Sarda ha pubblicato delle foto che mostravano, all'interno, coperte e cuscini; ora porte e finestre sono sbarrate.
«PERIODACCIO» La scena che si può osservare in queste notti in viale Sant'Ignazio è uno specchio dei tempi: «È un periodaccio», sospira il dirigente dei Servizi sociali del Comune, Alessandro Cossa. «E non parlo di questi giorni. È dura». Radio strada ha fatto anche circolare una voce: al Centro comunale di solidarietà Giovanni Paolo II, al civico 88, avrebbero smesso di accogliere per la notte i senzatetto perché sarebbero in corso lavori di ristrutturazione. «È proprio il contrario», replica don Marco Lai, direttore della Caritas: «Il problema è che nei dormitori c'è il pienone».
I NUMERI Il Centro è comunale ed è diviso in settori, ciascuno dei quali gestito da un'associazione. A supervisionare sono i Servizi sociali: «Nel centro di accoglienza di viale Sant'Ignazio - racconta Cossa - abbiamo disponibilità di posti che nel periodo di emergenza per il freddo cerchiamo di potenziare». A tenere la contabilità del pienone è don Marco: «Noi della Caritas ospitiamo in questo momento 42 persone. Altre 26-28 sono ospiti dell'Aquilone e altre 12 delle Conferenze vincenziane Ozanam. Un'altra decina è ospitata da Donne al traguardo. Conclusi i lavori di ristrutturazione, noi della Caritas abbiamo accolto nel dormitorio di Villa Asquer, in viale Ciusa, altre 15 persone». Insomma, ad avere accoglienza per la notte, a Cagliari, sono oltre 110 persone.
ALL'ADDIACCIO Ciò nonostante, in viale Sant'Ignazio (ma anche alla Marina, al porto, alla stazione ferroviaria, in via Sonnino) molti dormono all'aperto. Sono circa 120 le persone assistite per strada dai volontari dell'Aquilone e curati dall'ambulatorio mobile della Asl 8 che battono palmo a palmo la città. «È un fenomeno diffuso», ammette don Marco. «Molti rifiutano l'idea stessa del dormitorio». Altri accettano l'idea ma non le regole: «La volontà di accoglienza da parte delle associazioni c'è, ci mancherebbe altro - spiega Davide Ariu, delle Conferenze vincenziane Ozanam - ma a volte capita di dover allontanare dei soggetti che non rispettano il regolamento». In particolare? «Parliamo soprattutto di comportamento e igiene: ci sono atteggiamenti che a volte non consentono di portare a termine il percorso di reinserimento».
ATTRATTORE Perché tanti si accampano in viale Sant'Ignazio? «Il centro di accoglienza - risponde Cossa - è un attrattore di senza fissa dimora alle ore dei pasti (tra pranzi e cena ne vengono distribuiti 700/800 al giorno), e molti ritengono che stare nelle prossimità per la notte sia conveniente. Non mi risulta che persone che chiedessero ospitalità siano state respinte dal Centro. L'accoglienza può durare per un certo periodo, durante il quale servizi sociali e associazioni accompagnano queste persone in percorsi di riconquista dell'autonomia e reinserimento. Magari aiutando qualcuno a ricucire un conflitto con la famiglia d'origine. Non è semplice. Ogni persona fa storia a sé: c'è chi resta qualche mese, chi qualche anno».
COPERTE E GIACCONI Storie di dolore. Acuito dal freddo. La Caritas ha fatto circolare fra i suoi contatti un appello: servono coperte, lenzuola, asciugamani, giacconi, abbigliamento pesante e pantaloni da uomo. In molti si sono presentati a mani piene nel centro di raccolta di via Po 57-61, aperto il lunedì, il mercoledì e il giovedì dalle 8,30 a mezzogiorno, ma anche in viale Sant'Ignazio dove, vista l'emergenza, coperte e indumenti possono essere portati sia di mattina che di pomeriggio.
Marco Noce