Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Un consiglio ai sindaci: usate di più Twitter»

Fonte: La Nuova Sardegna
9 febbraio 2015

Banda larga a tutti e wifi negli edifici pubblici
Il direttore Poggiani: «Ecco cosa faremo»

di Marianna Bruschi

ROMA Orizzonte temporale: 2020. Ma i primi obiettivi dell’Agenda digitale dell’Italia si vedranno a breve. Dieci miliardi di euro per le infrastrutture, e un consiglio ai sindaci e ai loro Comuni da parte di Alessandra Poggiani, direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale: apritevi ai social network. «È lì – spiega – che si consuma la comunicazione oggi». Enti e Comuni iniziano ad affacciarsi sui social, non tutti però. Il suo consiglio? «Io credo sia un preciso dovere dell’amministrazione rapportarsi con i cittadini e le imprese che vogliono usare i servizi. E questo dovere va espletato su tutti i canali che i cittadini usano. Prima c’era la posta, il telefono, ci sono gli sportelli dedicati, e ora non mi stupisce che si usino anche i social. Il modo dipende dalla sensibilità e dalla capacità di dialogare. C’è chi lo farà meglio e chi peggio. Ma spero, come già sta avvenendo, che imparino sempre di più a usare strumenti di comunicazione interattivi come i social». Negli uffici pubblici si prevede il wifi nei prossimi 5 anni. Come ci si arriverà? «Usando il “Sistema pubblico di connettività” prevediamo di dare il wifi ai cittadini nei luoghi ad alta frequentazione come scuole, ospedali, hall dei comuni. È un piano di 5 anni, ma già per il 2018 prevediamo una buona copertura». Da dove si può partire? «Gli ospedali possono essere un buon luogo di sperimentazione. I cittadini quando si recano per le visite ai parenti, per esempio, possono aver bisogno di connettività». Quali sono i costi degli interventi sulle infrastrutture per portare il wifi negli uffici pubblici? «Il piano nazionale “Banda ultralarga”, che è ancora in consultazione, ha come budget del settennato 10 miliardi. Di questi, la metà sono investimenti privati, già in corso o pianificati, per nuova fibra o per aumentare la capacità di banda. Per circa 4 miliardi avremo un investimento per aree a fallimento di mercato e aree marginali del pubblico con fondi europei per coprire non solo gli edifici pubblici, ma anche le zone che i privati non infrastrutturano perché non redditizie». Scuola, sanità, giustizia: può dare un obiettivo e una data per questi settori? «Partiamo dalla sanità. Il primo obiettivo è il fascicolo sanitario elettronico. In tempi rapidi dovrà essere regolato da un apposito decreto, in corso di emanazione speriamo nelle prossime settimane. In alcune Regioni, come l’Emilia Romagna e la Lombardia, è già presente. Contiamo di raggiungere l’obiettivo entro il 2018. E lo sforzo è renderlo non più diviso da Regione a Regione, ma che abbia scheletro e conformazione omogenea». Scuola: quali obiettivi avete per gli studenti? «Noi siamo un’agenzia che sostiene le attività di tutti i ministeri e delle Regioni. Siamo quindi a sostegno del Miur per realizzare quanto già contenuto nel piano nazionale “Scuola digitale”, come le infrastruture, con il wifi che speriamo di portare, a livelli progressivi, nel 100 per cento delle aule nel 2020. Ma scuola digitale non significa solo questo». Oltre al wifi in classe cosa prevede il piano «Scuola digitale»? «Servizi più omogenei: pagella elettronica e registri elettronici simili per tutte le scuole. E per chi non riesce a sviluppare questi sistemi in casa una sorta di grande “apple store” delle scuole. “Scuola digitale” prevede anche la didattica con un piano per le competenze digitali. Prevediamo già da quest’anno e soprattutto per il 2016-2017 di sostenere i corsi di formazione anche per i docenti che devono imparare a usare più strumenti digitali, con una didattica confacente al contesto attuale. E poi la didattica basata sul pensiero computazionale con pratiche di coding per le elementari». E in Italia le scuole si stanno già muovendo. «Tutti gli anni l’Unione Europea organizza la Europe Code Week. L’Italia è stato il Paese con il maggior numero di iniziative di coding in tante scuole, coprendo tutta la penisola». Terzo tema: la giustizia. Obiettivo e tempi per realizzarlo. «Stiamo cercando di supportare il ministero della giustizia nello sforzo titanico per il processo civile telematico da estendere poi a quello penale. Dobbiamo fare due cose: adoperarci affinché il processo possa essere informatizzato. Dare accesso ad avvocati, imputati, giudici a tutti gli elementi del processo. E accanto a questo grande tema c’è quello delle infrastrutture di tribunali e sedi giudiziarie. Molto di quello che non riesce ad essere completato riguarda la mancanza di infrastrutture. Non abbiamo infrastrutture di rete e strumentali adeguate in tutti i tribunali». Banda larga: è il dramma dei piccoli Comuni. A che punto siamo sulla copertura? Quali sono gli obiettivi e gli investimenti dei prossimi anni? «Il piano nazionale fissa come obiettivo ultimo quello del 100% a 30 mega e almeno il 50% a 100 mega. Questo richiede uno sforzo di grande pianificazione e di politica dello Stato sugli investimenti per quelle aree che per caratteristiche geografiche e densità di popolazione non permettono investimenti privati. Ma richiede anche uno sforzo dei privati». Come? «Quest’anno abbiamo promosso una consultazione con gli operatori. E possiamo dire che sicuramente l’obiettivo del 100% a 30 mega e del 50% a 100 sarà raggiunto per il 2020. Questo ovviamente non basta perché l’innovazione tecnologica è rapida: oggi 100 mega sono una frontiera avanzata, nel 2020 non lo sappiamo. Su questo comunque, non solo per l’impegno del governo, ma anche per quello dei privati, possiamo dare ampie rassicurazioni». Open data: non sempre sui siti degli enti i dati sono aggiornati, sono vecchi anche di due, tre anni. Cosa state facendo su questo fronte? «Abbiamo già fatto qualcosa. Ai sensi del decreto 90 abbiamo completato il censimento sulle basi dati di tutte le istituzioni. Hanno risposto in 15mila, una abbondante metà. Per queste sappiamo quali sono le basi dati attuali e possiamo essere più cogenti nel sostenere e sollecitare le amministrazioni. Poi la manutenzione delle basi dati può essere fatta solo dal titolare della base dati. Noi facciamo un’opera di promozione e sostegno nel rispetto delle norme, che ci sono e sono rafforzate. E poi c’è il sito dati.gov.it che sarà pronto ad aprile». Sarà rinnovato? «Sì, sarà rivisto, ristrutturato e aggiornato. Ci sarà anche un piano di verifica che i dati siano update. E ci sono anche nuove iniziative come Soldipubblici e Open expo, che non solo mettono a disposizione dataset ma che li mettono a disposizione con interfacce che li semplificano». La fattura elettronica sarà obbligatoria per tutti il 31 marzo. Il suo messaggio alle amministrazioni locali? «La mia raccomandazione è “affrettatevi”. Come Agenzia abbiamo l’obbligo di aiutarli nella trasformazione, è un processo complesso e stiamo lavorando insieme ad Anci. Il primo di aprile i Comuni passeranno tutti. E l’obbligo di legge sarà rispettato. Per alcuni mesi, come è avvenuto per le amministrazioni centrali, ci saranno alcune anomalie. Ma come abbiamo sperimentato per i ministeri il sistema andrà a regime». @mariannabruschi