Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il palazzo resta chiuso

Fonte: L'Unione Sarda
9 febbraio 2015


Gli inquilini evacuati chiedono di poter rientrare negli appartamenti

 

È caos in viale Trieste per colpa delle transenne



 

Davanti al palazzo pericolante e disabitato, in quel tratto del viale Trieste chiuso dalle transenne e sorvegliato giorno e notte dai vigili urbani, regna il silenzio. Una calma apparente. Oltre, il caos. È stato così per l'intera mattinata. Sarà così (e ancora di più) questa mattina, quando apriranno gli uffici, saranno sollevate le serrande dei negozi. Allora il traffico delle auto, in uno dei punti più congestionati della città, crescerà a dismisura e gli accorgimenti messi in campo in fretta e furia dal Comune per tamponare l'emergenza non saranno più adeguati.
I PROBLEMI Un sospetto che ieri mattina hanno avuto non soltanto gli automobilisti imbottigliati nel primo tratto del viale, in via Caprera ma anche in piazza del Carmine già condizionata dai cantieri di via Sassari, ma anche i tanti residenti scesi in strada per curiosare intorno al palazzo ingabbiato. Domanda d'obbligo: riaprirà? E se sì, quando? «Ho messo in mano all'avvocato la mia condizione di evacuato, chiederò un risarcimento», avverte uno degli inquilini. «Non è vero che è stato fatto tutto il possibile per rendere il meno disagevole l'allontanamento degli abitanti», gli fa eco un giovane amico di uno dei residenti costretti a sloggiare.
I CURIOSI Affacciati alle transenne, spettatori del dramma andato in onda nel palazzo di sette piani, ventinove appartamenti e settantasei residenti, alcuni residenti della zona ricordano la donna («Forse una badante», spiegano) che l'altro pomeriggio è rientrata a casa, nel suo appartamento di viale Trieste, dopo un lungo ricovero. L'hanno fermata gli sbarramenti, la catena che blocca il portone. Di quant'era accaduto, poco sapeva. Dopo essere riuscita per un attimo a sistemare i suoi bagagli, accompagnata dai vigili urbani, è stata costretta a far marcia indietro e trovare un nuovo alloggio temporaneo. Fino a quando non sarà superata l'emergenza, scacciato con interventi strutturali il rischio crollo per via di “un'avanzata ossidazione delle armature metalliche di alcuni pilastri con notevole distacco delle parti di copriferro e una riduzione della sezione portante”, come riportato nell'ordinanza di sgombero firmata dal sindaco Massimo Zedda. Un diktat inevitabile dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco e dei tecnici del servizio di Protezione civile comunale.
LE VERIFICHE Ieri mattina, intanto, un tecnico ha eseguito un ulteriore sopralluogo nel locale commerciale (al civico 60) al cui interno si trovano i pilastri danneggiati. Proprio quelle strutture al centro del contenzioso tra il condominio e il proprietario del locale. Una divergenza netta sui costi d'intervento per la messa in sicurezza dei pilastri che ha allontanato sempre più i contendenti tanto da finire davanti al giudice. Il Tribunale ha anche incaricato un suo consulente tecnico per accertare lo stato dei luoghi, le reali condizioni dei pilastri e quantificare i costi dell'intervento. Quegli impegni economici che avrebbero mantenuto nettamente distanti le conclusioni dei periti di parte.
LE MISURAZIONI Accompagnato dai vigili urbani, sempre ieri mattina, verso mezzogiorno, il tecnico ha eseguito alcune misurazioni nei punti in cui dovranno essere sistemati i puntelli, attrezzature che dovranno arrivare da Sassari e che verranno piazzate in ognuno dei 29 appartamenti. Solo dopo - così sperano gli inquilini - si potrà probabilmente fare rientro negli appartamenti. Ancor prima dei lavori sui pilastri danneggiati che spettano - come spiega l'ordinanza del sindaco - ai proprietari. Se non dovessero provvedere, potrebbe scattare l'esecuzione del danno.
Andrea Piras