Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Con orgoglio in sella al Lirico

Fonte: L'Unione Sarda
2 febbraio 2015

L'INTERVISTA. A preoccupare la nuova sovrintendente il ritardo nella programmazione 

Angela Spocci:«Torno perché c'è gente che ama il teatro» 


Sovrintendente Angela Spocci, congratulazioni.
«Premature, direi».
Scaramantica?
«No. Ma per ora sono semplicemente designata dal comitato d'indirizzo: sarò sovrintendente solo quando il ministro per i Beni culturali firmerà un decreto. Fino ad allora sono, come si dice qui a Parma, una passante del centro storico».
Felice della designazione?
«Beh, direi. Una il curriculum non lo manda per sport. E io, a Cagliari, l'avevo anche mandato in occasione della selezione del 2012, quando poi fu nominata Marcella Crivellenti».
E lei fece ricorso al Tar.
«Io e Mauro Meli. Allora c'era un consiglio d'amministrazione, ora c'è un comitato d'indirizzo: voglio ringraziare i componenti, e soprattutto il presidente Massimo Zedda, per la fiducia che mi è stata accordata».
Si aspettava che Zedda votasse per lei, visto il ricorso?
«Sarò sincera: no. Gli faccio tanto di cappello per aver scelto una persona da cui, in qualche modo, era stato aggredito. Ma sono sempre stata convinta che il sindaco, con quella nomina, agisse in buona fede, nel tentativo di difendere il teatro».
Teatro di cui lei è stata commissario, dal gennaio '94 al giugno '95.
«All'epoca era ancora un ente lirico, uno dei tredici che facevano capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Mi nominò Antonio Maccanico e fu una sorpresa. Andai avanti per proroghe, di tre mesi in tre mesi. Nel frattempo ero ancora direttore del Regio di Parma, dal 1976, e dopo un po' divenni anche segretario generale dell'Arena di Verona: prendevo l'aereo quattro volte la settimana, chiamavo per nome tutti gli steward e le hostess di Meridiana».
Di Cagliari che ricordo ha?
«Non ci volevo venire. Maccanico mi consegnava un ente che stava sotto di tre miliardi di lire: nel giro di un esercizio economico, grazie all'impegno del personale, chiudemmo in attivo di 174 milioni, con un aumento di produttività del 76 per cento. E senza contributi pubblici aggiuntivi. Risultati straordinari, dovuti alla capacità del personale. Faccio un esempio».
Prego.
«Penso a persone come Tiziana Scalas, che lavorava e lavora ancora lì. Un'amministrativa. Venne da me e mi disse che versavamo all'Inps più contributi di quanti dovessimo. Non sono un tuttologo: le chiesi se fosse sicura, lei mi disse sì. Io dissi che se lei e gli altri impiegati di quell'ufficio fossero stati disponibili a lavorare, gratis et amore dei , per preparare la documentazione necessaria, avremmo fatto ricorso. Lo fecero. Vincemmo il ricorso. Ci volle tempo, ma incassammo 9 miliardi di lire (e il contributo statale annuo era di 13 miliardi). Come la Scalas ne ho conosciuto tanti, a Cagliari: persone con un amore per il teatro come poche volte ho visto, in tutta Italia. Ecco, Cagliari, per me, è questo».
Saprà anche che, in questo momento, il Lirico non ha una programmazione e il sindaco ha sollevato dubbi sulla salute dei suoi conti.
«Qualcosa ho sentito».
Preoccupata?
«Sì, da comune cittadina. Per parlarne nello specifico devo: a) aspettare il decreto del ministro; b) vedere le carte. L'unica cosa evidente, dal sito web del teatro, è la mancanza di programmazione per il 2015».
È un ritardo colmabile?
«Gioire per la mancanza di una programmazione, magari perché “così posso fare tutto io”, sarebbe assurdo. Come lo sarebbe stato lamentarsi per averne trovato una, di programmazione. La verità è che un'opera lirica non la metti in scena con dei manichini: servono cantanti, regista, direttori d'orchestra. E contratti: se il mio concittadino Michele Pertusi venisse chiamato in extremis dalla Scala avendo già un contratto con il Metropolitan, mica lo molla, il Metropolitan. Ma ripeto: vedremo. Per ora, sono solo una passante del centro storico».
Marco Noce