Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lirico, niente stipendi e nervi tesi

Fonte: L'Unione Sarda
29 gennaio 2015


Caos sul contributo 2014: per il sindaco è stato versato, le ricevute dicono “esercizio 2013”

 

I sindacati attaccano Zedda. Lui: «Il Comune potrebbe sfilarsi»

 



Di certo c'è che gli stipendi di gennaio ieri non erano ancora stati accreditati sui conti correnti dei dipendenti del Teatro lirico. «Non ci sono soldi in cassa», ha spiegato il sindaco Massimo Zedda, presidente della Fondazione. Contro di lui, ieri, i sindacati più rappresentativi (Slc-Cgil, Uilcom-Uil, Fials-Cisal, Libersind-Confsal, Snater e Css) hanno diffuso un documento durissimo in cui gli si rimprovera la comunicazione a mezzo stampa, gli si chiede in base a quali dati sostenga che nel 2014, al Lirico, «si è speso troppo» e si ipotizza che i ritardi nei versamenti da parte dei soci possano essere dovuti non a negligenza ma a «puro dolo».
DOMANI IL VERTICE In questo clima, col comitato d'indirizzo che sta per scegliere il nuovo sovrintendente, l'incontro sindaco-sindacati fissato per domani si preannuncia burrascoso. Al centro delle polemiche c'è, ancora una volta, il contributo comunale 2014: per i sindacati non è stato versato. Una linea che ricalca quella tenuta, due giorni fa, dall'ex sovrintendente Mauro Meli. Zedda, invece risponde che quei soldi sono stati dati. Come stanno le cose?
LE RICEVUTE Il sindaco, come aveva già fatto due mesi fa, ricorda i quattro pagamenti bancari effettuati l'anno scorso: uno da 1,5 milioni l'8 luglio, uno da 500 mila euro il 18 agosto e altri due per importi minori (poco meno di 20 mila euro uno, 222 euro l'altro) il 27 ottobre e il 20 novembre. Le ricevute applicative di quei pagamenti erano anche state postate su Facebook dalla consigliera di maggioranza Francesca Ghirra; le causali, però, erano leggibili solo in parte. Lo sono interamente, invece, quelle delle ricevute in possesso della Fondazione: i più sostanziosi di quei pagamenti (mandati 15230 e 19115) sono dovuti a «erogazione parte del saldo» ed «erogazione saldo» del «contributo esercizio 2013».
DICITURA Per Massimo Zedda, «la dicitura non fa nessuna differenza: come ogni anno, il Lirico ha ricevuto dal Comune i soldi che gli erano dovuti. Dovevano entrare 2 milioni e 200 mila euro e tanti ne sono entrati. Che figurino come anticipazione o come saldo è solo una questione contabile».
CAPPELLACCI Le origini del pasticcio risalgono al 2006. Fino ad allora il Comune erogava in anticipo il contributo al Lirico. «Quell'anno - ricorda l'assessore al Bilancio di allora, Ugo Cappellacci - modificammo il criterio di liquidazione, passando al pagamento a consuntivo. Il pagamento è così slittato di un anno». Il Lirico ricevette quindi il contributo del 2006 nel 2007, quello del 2007 nel 2008 e così via fino a oggi. Alla fine di ogni anno, l'ente iscrive a bilancio un credito di circa due milioni nei confronti del Comune.
A MUSO DURO «Prassi corretta», ritiene Cappellacci. «Un errore che si trascina», sostiene invece Zedda: «Quel debito sarà cancellato dal bilancio comunale». Sarà interessante vedere come. Intanto, ai sindacati il sindaco risponde a muso duro: «Non vanno bene le accuse nei confronti di chi ti sovvenziona. Il Comune versa ogni anno il suo contributo e, a differenza di altri soci, lo ha mantenuto sostanzialmente stabile». In effetti un taglio c'è stato solo l'anno scorso, da 2,4 milioni a 2,2, ed è stato meno drammatico di quelli operati dalla Regione, scesa dai 9,2 milioni del 2012 ai 6,8 del 2015. «Il Comune», aggiunge Zedda, «se volesse, potrebbe anche sganciarsi e non dare più contributi al Lirico».
SHARDANA Ma c'è un'altra posta di cui i sindacati reclamano il pagamento: il contributo regionale per l'opera “I Shardana”, incassato dal Comune «a novembre» e non ancora girato al Lirico. «Quei soldi, circa 400 mila euro, li abbiamo in realtà incassati a dicembre - replica il sindaco - e presto, dopo i tempi tecnici per la contabilizzazione, li accrediteremo alla Fondazione. Ma non basteranno certo a pagare gli stipendi. Il problema è che in cassa non ci sono soldi. Stiamo cercando di capire dove sono finiti».
Marco Noce