Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Confindustria: «Expo, eccoci»

Fonte: L'Unione Sarda
28 gennaio 2015

 


Quella dell'Expo di Milano è un'opportunità che Cagliari non deve lasciarsi sfuggire.
Anche perché, per il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu, da un anno a questa parte non è cambiato niente - per la nostra città e per la Sardegna - sul versante della ripresa economica. «Anzi», dice il leader degli industriali, «tutti gli indicatori sono peggiorati: tasso di disoccupazione e di disoccupazione giovanile, Pil regionale, Pil pro capite, export, nuovi investimenti. Ritengo tuttavia che anche la nostra regione abbia la possibilità di agganciare il treno della ripresa che nel 2015 dovrebbe interessare l'Europa e l'Italia».
Quali prospettive di crescita arriveranno dalla presenza di Cagliari all'Expo?
«Credo che la manifestazione rappresenti una straordinaria occasione per dare visibilità alla tradizione, alla creatività e all'innovazione del nostro settore agroalimentare e per offrire opportunità alle imprese del comparto per affacciarsi o consolidarsi sui mercati internazionali».
Più nel dettaglio?
«Considerato il tema guida dell'Expo, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, e considerate le caratteristiche del sistema produttivo della nostra regione, si presenta l'occasione per mettere in evidenza punti di forza della Sardegna, quali la qualità della vita e la longevità. Stiamo pertanto sostenendo le iniziative varate dalla Regione e lavorando per mettere le imprese di Cagliari e di tutta l'Isola nelle condizioni migliori per partecipare all'Expo e valorizzare le loro produzioni».
Un anno fa avete presentato un dossier con le vostre proposte per lo sviluppo. Crede ancora che il problema delle imprese sarde sia politico?
«Sono convinto che la Sardegna e il suo sistema economico, pur con tutti i problemi, abbiano le potenzialità per crescere e creare una ricchezza diffusa nella popolazione, ma è necessario che la politica, intesa nel senso più lato, sappia finalmente prendersi le sue responsabilità e decidere, fare delle scelte. Se non lo fa, viene meno ai suoi doveri etici ed istituzionali. Rimanere fermi, mentre gli altri corrono, vuol dire solo tornare indietro».
Il posto fisso ormai è un sogno. La scuola può diffondere la cultura d'impresa e favorire l'occupazione giovanile?
«Tutte le collaborazioni tra sistema scolastico e mondo delle imprese vanno sostenute. Essere imprenditori di se stessi, qualunque fosse l'attività professionale e lavorativa scelta dagli studenti, è stato uno dei principali messaggi che i Giovani Imprenditori hanno cercato di trasmettere agli alunni nelle innumerevoli iniziative di collaborazione attivate nel tempo con le scuole di ogni ordine e grado».
Chiara Lai
Michela Congiu
Edoardo Caddeo
Edoardo Messina