Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Per Gianfranco Fara, presidente del Coni regionale, nuove opportunità possono nascere anche dallo Sp

Fonte: L'Unione Sarda
28 gennaio 2015


 

Cultura e sport possono offrire opportunità di lavoro ai giovani nella nostra città e, più in generale, in Sardegna? Per Gianfranco Fara, presidente del Coni regionale, e Maria Antonietta Mongiu, ex assessore regionale all'Istruzione, con la convergenza di più volontà forse sì, anche se gli ostacoli lungo strada non mancano.
Per Fara le attività sportive con maggiore importanza e che possono dare un risvolto lavorativo in Sardegna sono il calcio e la pallacanestro, anche se in questo caso è limitato a poche squadre (quelle che partecipano alla serie A). «Per le altre discipline ormai ci sono poche possibilità lavorative e di guadagno», dice. «Il Coni in questi anni ha attuato delle iniziative che riguardano il lavoro giovanile. Ad esempio, 3-4 anni fa venne attuato un progetto tra ministero dell'Istruzione e il Coni nazionale, volto a portare nelle scuole l'alfabetizzazione motoria, assumendo laureati in Scienze motorie per un tempo determinato di quattro mesi. Quest'anno, invece, il Coni ha attuato il progetto “Lo sport in classe”: iniziato a settembre, si concluderà al termine dell'anno scolastico, e permette a 75 ragazzi laureati, sempre in Scienze motorie, di lavorare per un intero anno scolastico».
Delle future opportunità di lavoro ha parlato anche Maria Antonietta Mongiu: «La formazione che alcuni di noi hanno avuto, consentiva e in parte consente un'ampia gamma di lavori. Quando ero iscritta all'Università, la datazione più antica della Sardegna era intorno al quarto millennio avanti Cristo. Una generazione di studiosi ha retrodatato la storia della Sardegna a 200 mila anni fa. Questo significa che gli studi antichistici nell'Isola, se ricondotti a una centralità, possono essere fonte di lavoro non solo nella antichistica classica, cioè l'archeologia, la filologia, ma può essere fonte di lavoro anche la paleoantropologia, la scienza che studia le ossa degli antichi, la biologia, ma anche discipline come l'antropologia». Secondo Mongiu, «in questo momento, dovrebbe esserci una consapevolezza del ruolo che ha la Sardegna dal punto di vista della densità del suo insediamento, della ricchezza dei fuoriterra, ossia monumenti trovati insepolti. Ci sono luoghi dove abbiamo foreste primarie, per cui la nostra è un'Isola ricca dal punto di vista botanico e materiale. Questa è la possibilità che l'Istruzione sarda ha in tutti i tipi di studi. Abbiamo molto da lavorare sull'Istruzione, per fornire professionalità, e per far sì che si possa trovare lavoro in questo settore. Poi c'è l'ambito dell'accoglienza e del turismo, che conosciamo molto poco. Si potrebbero dare grandi possibilità se si avesse chiaro cos'è la Sardegna. L'altra grande scommessa da vincere è la natura: la Sardegna è il luogo dell'Europa che ha la più alta densità di paesaggio dove l'uomo non è mai stato».
Matteo Mandas, Matilde Puglisi
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