Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Zedda guarda a Tsipras e annuncia: mi ricandido

Fonte: La Nuova Sardegna
28 gennaio 2015

L’elogio al nuovo premier greco: «Solo lui ha il coraggio di parlare di speranza»
«Pigliaru mi piace. Approvo il suo programma, l’ho sostenuto da subito»

di Luca Rojch

CAGLIARI Questione di sguardi. Lo strabismo a destra del Pd non piace al sindaco di Cagliari Massimo Zedda, in tasca la tessera di Sel. Nessuna paura di tracciare una via diversa al patto del Nazareno. Il golden boy della sinistra che governa non nasconde la sua felicità per la vittoria di Tsipras. E fa capire che l’affermazione di Syriza in Grecia è solo un segno del vento dell'Europa che soffia sempre più forte a sinistra. Lo ha ribadito qualche giorno fa a Human factor, la convention organizzata dalla sinistra italiana. E proprio là ha parlato dello “strabismo a destra” del Pd. Zedda boccia il Partito della nazione, e resta convinto che solo se il centrosinistra mantiene il suo ruolo e le sue alleanze può ancora governare in modo convincente. Difende la scelta fatta dal suo partito di puntare sui giovani, che ha portato ad avere non solo un sindaco di Cagliari under 40, ma anche la pattuglia più giovane di consiglieri in Regione. Le piace Tsipras? Pensa che possa essere un nuovo modello della sinistra europea? «Alexis Tsipras mi piace: ha il coraggio di parlare di speranza in un momento in cui molti si affannano a chiedere ancora nuovi sacrifici, parla di “benessere democratico”. Ha tra i suoi punti di riferimento il New Deal di Roosevelt: tutto molto concreto, mi sembra. Credo che la sua vittoria possa rappresentare una forte scossa per l'Europa, qualcosa con cui bisognerà fare i conti: sostiene l'unità dell'Europa ma quella che vuole è una Europa nuova, più lontana dai mercati e più vicina alle persone. Un obiettivo più che condivisibile: non un nuovo modello di sinistra, ma un’idea consolidata di sinistra e di società. Tsipras sta lì a riportarla al centro dei ragionamenti». Ma esiste ancora la sinistra? «Esiste, esiste. Syriza in Grecia e Podemos in Spagna sono due esempi importanti. Ma esiste in modo particolare nella testa delle persone, in quella base di militanti, simpatizzanti e cittadini a cui risultano poco comprensibili alcuni passaggi che accadono anche qui in Italia. La sinistra esiste ed esisterà sino a quando ci saranno diritti per cui lottare e disuguaglianze da superare». Lei ha parlato di “strabismo a destra” del Pd. Cosa pensa del patto del Nazareno e dell'avvicinamento progressivo di Renzi e Berlusconi? «Quel concetto era riferito proprio al patto del Nazareno. Io approvo le larghe intese, ma a sinistra. Nei Comuni e nelle Regioni il centrosinistra vince le elezioni e governa bene quando fa il centrosinistra. Mettiamola così: più che un avvicinamento, quello tra Renzi e Berlusconi mi sembra un passaggio eccezionale. Nel frattempo gli elettori faticano a capire. Di sicuro senza il Partito democratico non ci sarebbe il centrosinistra, ma è vero che per arginare lo sguardo verso destra del Pd è necessario che crescano e siano solide le forze di sinistra». In queste ore anche Tsipras tenta un’alleanza con la destra antieuropeista, cosa ne pensa? «Ho letto, sì. Credo che la necessità urgente fosse quella di formare il governo, ma soprattutto penso che non possiamo leggere la situazione greca con i nostri canoni». A Roma il governo sembra andare sempre più verso un abbraccio tra il Pd e una parte del centrodestra, teme che questo modello si possa ripetere nell'isola? «In Sardegna e nella maggior parte del resto del Paese, l’ho già detto, il centrosinistra vince le elezioni e governa bene quando fa il centrosinistra. Non credo che il modello nazionale avrà ripercussioni a livello locale: non sarebbe compreso dagli elettori». Secondo lei esiste una proposta alternativa che si delinea a livello nazionale? Quale è? «C'è tutto un mondo che si riconosce nei valori del centrosinistra tradizionale, dentro e fuori dai partiti. Human Factor, la tre giorni di Milano organizzata da Sel durante lo scorso fine settimana, ne è una delle tante testimonianze. Provenienze diverse riunite a discutere, proporre, stimolare chi ha un ruolo nelle istituzioni. Sarebbe un errore non ascoltare queste voci». Se in Italia si dovesse arrivare a una situazione disastrosa vicina al livello greco, in ultima istanza sarebbe pensabile un'uscita dell'Italia dall’Euro? «Assolutamente no. Chi parla di questa eventualità fa leva sulla rabbia dei cittadini. Ma il punto non è l'euro, e chi spinge per questa soluzione non spiega mai quali sarebbero le conseguenze. Siamo dentro l'Europa e con l'Europa ci dobbiamo confrontare. Diverso è discutere su quale modello di Europa: credo che sul fatto che l'austerità sia da superare sia un concetto radicato in gran parte della politica italiana. Lo stesso Renzi, insieme a Hollande, è favorevole a un cambio a livello europeo. La vittoria di Tsipras rafforzerà quest'idea». All'inizio della sua attività è stato definito sindaco ragazzino. Ma dopo le regionali Sel è riuscito a piazzare altri under 40, Eugenio Lai, Francesco Agus. Crede che la linea verde scelta dal suo partito possa pagare? «C'è Francesco Agus, c'è Eugenio Lai, c'è Luca Pizzuto. Il rinnovamento è certamente una buona cosa, ma non è solo una questione di età: servono giovani preparati, disposti a studiare e a impegnarsi. Di sicuro c'è che un approccio diverso rispetto alle vecchie abitudini, quelle che hanno allontanato le persone dalla politica, è necessario. Mi pare che il gruppo in Consiglio regionale stia facendo bene il lavoro per cui è stato eletto». Pigliaru secondo lei somiglia più a Tsipras, a Renzi o alla Merkel? «Mi piace il suo programma e apprezzo il presidente, l'ho sostenuto e lo sostengo. Ma Pigliaru è Pigliaru, non serve cercare somiglianze. Chi ricopre un ruolo nelle istituzioni si misura per i risultati che raggiunge rispetto a ciò per cui è stato eletto. Governare in una situazione come quella attuale non è semplice per nessuno, ma stiamo lavorando molto per la città e per sbloccare situazioni ferme da molti anni». Chi vorrebbe come presidente della Repubblica? «Io che sono un sindaco sceglierei una personalità come Piero Fassino, ma apprezzo anche Veltroni e la Finocchiaro». Cosa farà dopo questo mandato da sindaco? Si ricandiderà? «Sì». Lei è forse l'unico caso in cui il risultato delle primarie è stato rispettato, secondo lei le primarie restano uno strumento valido per scegliere i candidati? «Non è così. Il sindaco di Milano, Pisapia, ha vinto le primarie, lo stesso ha fatto Nicola Sanna a Sassari. E sono solo due esempi. Con regole certe e chiare per i partecipanti e gli elettori, le primarie sono uno strumento valido». Canta ancora Bella ciao? «Certo. E anche Procurade e moderare». @LucaRojch