Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cna: «Fondi Ue spesi male, ora si cambi»

Fonte: La Nuova Sardegna
27 gennaio 2015

Porcu: «I piani integrati d’area sono falliti, meglio fare interventi sugli edifici pubblici e sulle scuole»


di Alfredo Franchini 

CAGLIARI La giunta Pigliaru vuole rilanciare la spesa facendo dei Fondi europei il vero motore dello sviluppo ma gli artigiani lanciano l’allarme: «A prescindere dalle buon intenzioni di chi governa, dobbiamo evitare che si cada nei soliti errori», afferma Francesco Porcu, segretario della Cna sarda, «così come succede quando non si riesce a spendere e si inventano artifizi per far figurare una spesa che non produce effetti». Per non restare nel vago sulla valutazione della spesa, Porcu cita un caso: «L’attivazione del microcredito, un successo straordinario che però, attraverso i piccoli bandi, non ha fatto altro che produrre partite iva che aprono e chiudono». Dunque il problema per le organizzazioni datoriali è chiaro: le risorse ci sono ma servono quelle riforme anche «a costo zero», che rimettano la macchina regionale in condizione di spendere bene le risorse. Al convegno del Pd sui Fondi europei, Andrea Murgia, ha fatto una diagnosi terribile: «Il Centro di programmazione dovrebbe programmare e, invece, rendiconta; gli assessorati dovrebbero gestire i bandi ma non hanno le competenze per farlo e la Regione si trincera dietro la burocrazia dando un’interpretazione restrittiva dei bandi a tutela dei funzionari e quindi a discapito dei beneficiari dell’intervento stesso». A questo punto la domanda che tutti si devono fare è questa: come poter spendere bene e subito i soldi che arriveranno da Bruxelles, evitando il fallimento provocato negli ultimi vent’anni. «Se guardiamo dentro il documento dei Programmi integrati d’area», spiega Francesco Porcu, «siamo al ventunesimo Rapporto e il primo risale al 1988. Bene, a oggi sono stati finanziati 1.337 interventi (di cui 473 iniziative imprenditoriali, Ndr), ma lo stato di attuazione dimostra che solo il 26,8 per cento è andato avanti: 359 interventi su 1.337 sono ancora in fase progettuale preliminare». Lavori appaltati pari al 3,89 per cento, «con stime non riscontrabili facilmente», aggiunge Porcu, «non è chiaro lo stato dell’arte perché i coordinatori dei vecchi piani integrati sono cessati nell’incarico nel 2005». Ora le risorse ci sono, concentrate, una massa di 562 milioni di euro da spendere nel 2015 puntando sulla qualità. «Siamo arrivati al secondo anno con programmi non definiti ed è inevitabile che la pubblica amministrazione sia impegnata a rendicontare le risorse del settennio precedente», dice Francesco Porcu, «ma il sistema delle imprese non è nelle condizioni di poter concorrere ai progetti anche se fossero dispiegati in tempi veloci». L’assessore al Bilancio, Raffaele Paci, non ha nascosto che perché la programmazione unitaria vada a buon fine, occorre che tutti partecipino attivamente. «Siamo d’accordo ma la regia condivisa significa anche cessione di sovranità da parte del sistema delle autonomie locali», dice il segretario della Cna, «vogliamo spendere 400 milioni di euro nell’arco di due anni in maniera che producano occupazione con effetti strutturali, non piazzette e mai più opere che non siamo in grado di gestire». L’idea della Cna è quella di un grande intervento sugli edifici pubblici e sui 1.800 edifici scolastici di tutta la Sardegna.