Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Pd vista mare, addio a via Emilia

Fonte: L'Unione Sarda
12 gennaio 2015

Soru mantiene la promessa: locali più piccoli e centrali. La minoranza: «Hai deciso da solo»

Nuova sede accanto al Consiglio regionale: ma non piace a tutti 

Si cambia casa, compagni. Molti dirigenti ancora non l'hanno vista (qualcuno neppure sapeva del trasloco), ma il Pd ha una nuova sede regionale. L'indirizzo per il postino sarà viale Regina Margherita, a Cagliari, ma nei linguaggi della politica diventerà forse, e semplicemente, Via Roma. Come finora si diceva, per riferirsi al partito, Via Emilia.
LA PROMESSA Già, via Emilia. I locali storici del Pci, frequentati da generazioni di dirigenti che hanno determinato le sorti della politica sarda. Sede di alto valore simbolico, vasta e spartana, tra San Michele e Is Mirrionis, zone tra le più popolari di Cagliari. Qualcuno storce il naso per questo Pd vista mare, centralissimo e attaccato al Palazzo, nel senso fisico del Consiglio regionale. Ma Renato Soru l'aveva detto subito, il giorno dopo la sua elezione a segretario, a fine ottobre: il partito avrebbe cercato locali più piccoli e centrali, adeguati alla nuova politica senza finanziamenti pubblici.
In realtà, la nuova casa comporta in partenza un affitto più caro. È un appartamento di circa 250 metri quadri al sesto piano del palazzo Ina, che ospita anche la direzione regionale del ministero dell'Istruzione. L'edificio fa angolo con via Roma, e sta ai piedi della scalinata che porta all'ex manifattura tabacchi.
Il Pd pagherà un canone di 3mila euro al mese. Per via Emilia versava appena 5.600 euro all'anno alla Fondazione Berlinguer, proprietaria dell'edificio e di tutte le principali sedi locali del partito isolano. Fin dalla fusione di Ds e Margherita.
I COSTI Solo che la Fondazione nel 2014 ha scritto più volte al tesoriere del Pd (allora era Dino Pusceddu; nel nuovo corso soriano è Eliseo Secci) per chiedere di ridiscutere il rapporto per i locali concessi, formalmente, in comodato gratuito: i 5.600 euro erano un contributo all'ente. In assenza di risposte, a novembre la Fondazione ha scritto ai vertici democratici dicendo di considerare chiuso il rapporto a fine contratto (nel 2015).
Soru non ci ha pensato molto e, come promesso, ha trovato subito l'alternativa. Il rincaro del canone, che comunque era previsto anche per via Emilia, dovrebbe essere compensato dal taglio drastico dei costi di gestione: oltre 30mila euro all'anno nella vecchia sede, tra bollette della luce, acqua e riscaldamento. Solo per le pulizie, grazie alla superficie più contenuta si conta di ridurre le spese da 13.400 annui a circa 2mila.
LA POLEMICA Certo, la scelta di una sede politica non può basarsi solo sulla partita doppia. Decidere dove riunirsi, per certi versi, è già una dichiarazione programmatica. L'ex deputato e sindaco di Carbonia Tore Cherchi l'ha fatto notare ieri a Soru, durante la direzione regionale nella quale il segretario ha ufficializzato il trasloco: via Emilia è stata costruita col contributo di tanti dirigenti e militanti, e rappresenta una storia.
Soru ha replicato confermando il massimo rispetto verso quella storia, ma ricordando anche che il Pd nasce dall'unione di tradizioni politiche diverse, e alcune di queste non sono passate dai locali del quartiere di San Michele. La sua scelta è stata per altro contestata nel metodo da Yuri Marcialis, coordinatore della nuova area interna SinistraDem, vicina alla minoranza cuperliana: «Trovo inaccettabile che il segretario, in solitudine, decida di spostare la sede del Pd senza discuterne negli organismi», e citando appunto il fatto che «via Emilia rappresenterebbe solo una parte della storia del Pd, nella quale precisa di non riconoscersi».
Invece Tore Corona, presidente del consiglio di indirizzo della Fondazione Berlinguer, dribbla ogni polemica: «Accogliamo la decisione del segretario del Pd con grande rispetto, non la vediamo come un atto ostile verso la Fondazione. Troveremo altre forme per collaborare ancora».
Giuseppe Meloni