Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Sulle carte di Buoncammino solo interventi a sproposito»

Fonte: L'Unione Sarda
12 gennaio 2015

Replica della soprintendente Grossi: Tasca sa che non abbiamo competenze 

ecilia Tasca, docente di Archivistica del dipartimento di Storia, venerdì sul nostro giornale era andata giù pesante. «L'archivio di Buoncammino è da salvare. Dov'è la Sovrintendenza archivistica? L'ente di vigilanza del ministero sarebbe dovuto intervenire per tempo: esiste proprio per questo, ma non agiscono». La replica non si è fatta attendere ed è arrivata alla velocità della luce dall'email di Monica Grossi, soprintendente archivistico per la Sardegna e direttore pro tempore dell'Archivio di Stato di Cagliari.
ERRORE GROSSOLANO «Si attribuiscono alla Soprintendenza archivistica per la Sardegna competenze non sue, appellandola a sproposito nel titolo e nel testo», afferma Monica Grossi. «La Soprintendenza esercita la tutela sugli archivi dei privati dichiarati di interesse storico particolarmente importante (comunemente definiti “vincolati”) e di tutti gli enti pubblici non statali (solo a titolo di esempio: la Regione Sardegna, i Comuni, le Aziende sanitarie locali, le Università): tali enti sono obbligati dal Codice dei beni culturali a conservare correttamente, a riordinare e a inventariare il proprio patrimonio archivistico e a renderlo consultabile. La Soprintendenza - aggiunge Monica Grossi - ha l'obbligo di controllare che ciò avvenga, mediante la propria attività ispettiva. La professoressa Tasca conosce bene, in virtù del suo ruolo professionale e dei continui contatti con la Soprintendenza, compiti e prerogative di tale ufficio e appare inammissibile che possa aver compiuto tale grossolano errore».
«NON SIAMO COMPETENTI» La soprintendente Grossi spiega chi deve tutelare l'archivio del carcere. «Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo esercita la propria attività attraverso il proprio ufficio competente, che è l'Archivio di Stato di Cagliari. Dalla fine degli anni '80 è attiva una Commissione di sorveglianza che ha competenza sugli archivi di Buoncammino, di Iglesias, di Is Arenas e Senorbì».
L'EMERGENZA Nei sotterranei del reparto sinistro del carcere (ora vuoto, i detenuti sono stati trasferiti a Uta) c'è un patrimonio che racconta 150 anni di vita carceraria e processuale di assassini, prostitute, terroristi, mafiosi, rapinatori, ladri, disperati tossicodipendenti e malati di mente. Carte in grado di raccontare meglio di ogni altra fonte lo spaccato sociale di un'epoca. Migliaia di faldoni, sistemati alla bell'e meglio su scaffali e per terra, che rischiano grosso. Devono essere difesi dall'umido e dai topi. Catalogati, digitalizzati e messi a disposizione di tutti.
Andrea Artizzu