Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Buoncammino su Tcs

Fonte: L'Unione Sarda
5 gennaio 2015


REPORTAGE. Oggi, lunedì e martedì alle 13,30 uno speciale di Andrea Artizzu

 

Esclusivo: in tv tre puntate all'interno dell'ex carcere


 

Per il momento è tutto come prima e nessuno conosce la destinazione dell'ex carcere di Buoncammino. Un polo culturale urbano? Una cittadella studentesca? Un museo della memoria? Un sito per installazioni artistiche? Un hotel di lusso? Resterà pubblico? Andrà ai privati? Sarà un luogo misto, pubblico e privato? Non sarà facile decidere, anche perché la struttura non appartiene al Comune ma allo Stato attraverso l'amministrazione penitenziaria, dunque è prevedibile un complicato iter burocratico legato al passaggio a Regione o Comune. Il pericolo è intuitivo: il tempo passa e l'edificio rischia di decadere. È già successo in altre città e Cagliari ha sotto gli occhi l'ex ospedale Marino. Ecco perché è importante insistere nel chiedere ai responsabili di tutte le amministrazione di attivarsi.
Nel frattempo il sindaco Massimo Zedda vorrebbe comunque tentare di aprire la struttura alle visite. L'Unione Sarda è già stata nell'ex carcere: il giorno successivo alla chiusura Andrea Artizzu ha fatto un giro di quattro ore insieme al direttore Gianfranco Pala e al decano degli agenti di Polizia penitenziaria Antonio Cocco. Il cronista ha visto la cella di Emilio Lussu, Graziano Mesina, Antonio Savasta e dell'avvocato (recluso innocente) Aldino Marongiu: tutte al piano terra, dove c'erano quelle riservate ai detenuti in attesa di giudizio; le altre, per i condannati, erano al primo; e poi le docce, i cosiddetti passeggi circondati dal filo spinato, i luoghi della rivolta e, infine, i sotterranei con 90 celle, anche di contenzione, da decenni non più utilizzate perché sotto il livello della strada. Quel luogo un tempo terribile oggi è un sito di immane rilievo storico: custodisce gli archivi, cioè gli atti giudiziari di ogni detenuto, colpevole o innocente, transitato per un giorno o una vita a Buoncammino in 159 anni, faldoni di carta ingiallita, dall'arresto alla liberazione.
Tutto questo sarà oggetto di uno speciale che Tcs trasmetterà oggi, lunedì e martedì alle 13,30 nel corso del telegiornale condotto da Antonello Lai. È un'occasione unica per “visitare” l'ex carcere di Buoncammino.
Maria Francesca Chiappe

 


LA STORIA. Il penitenziario realizzato tra il 1887 e il 1897

Dalle bocche di lupo al silenzio


Il primo corpo del carcere di Buoncammino (realizzato su progetto di Giovanni Imeroni) entrò in funzione il 2 luglio 1855 e la sorveglianza fu affidata ai militari. Una vera Caienna, con condizioni di vita insopportabili per i detenuti, tanto che il ministero dell'Interno nel 1864 decise di realizzarne un altro.
Il nuovo carcere, che accorpò la vecchia struttura, fu costruito nel decennio che va dal 1887 al 1897 (in contemporanea con Le Nuove di Torino e San Vittore di Milano) dagli ingegneri Bulgarini e Ceccarelli. Sviluppandosi su 15 mila metri quadri è la più grande opera edilizia a Cagliari.
Un anno prima della conclusione dei lavori, nel 1896, furono trasferiti 600 detenuti provenienti dagli altri istituti di pena cittadini: San Pancrazio e San Bartolomeo. A San Pancrazio, nella torre pisana, erano imprigionati i più pericolosi. Nelle saline di San Bartolomeo scontavano la pena i reclusi condannati ai lavori forzati.
Negli ultimi anni il carcere cagliaritano ha subìto rivoluzioni. La più importante riguarda l'eliminazione delle bocche di lupo. Un carcere terribile per i detenuti. Da qui l'origine di quella che per il momento è una leggenda secondo la quale uno dei progettisti, preso dal rimorso per la costruzione del carcere, si sarebbe suicidato.