Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«L'archivio, grande tesoro»

Fonte: L'Unione Sarda
5 gennaio 2015


IL FUTURO DI BUONCAMMINO. L'intellettuale: carte che riscrivono la storia recente

 

Mongiu: l'ex carcere deve rinascere su quei documenti

 



Un recluso, Buoncammino, ancora ce l'ha. È il suo archivio, che accoglie la documentazione di un secolo di attività penitenziaria e, per certi periodi, anche quella delle altre carceri sarde, che nella fortezza sul colle confluiva. Inevitabilmente, la studiosa di storia guarda a quell'archivio come una mamma al suo bambino: per Maria Antonietta Mongiu (presidente regionale del Fondo per l'ambiente italiano), il colpo di fulmine era inevitabile. «Quello è un tesoro inestimabile», sospira dopo che la prima puntata dello speciale andato in onda su Tcs (oggi la seconda puntata alle 14, domani la terza alla stessa ora), frutto delle immagini girate da Andrea Artizzu, giornalista de L'Unione Sarda, che è entrato a Buoncammino pochi giorni dopo il trasferimento dei detenuti a Uta.
L'archivio, dunque.
«Dopo gli archivi spagnoli, quello di Buoncammino è il più importante patrimonio archivistico della Sardegna, una miniera di storia contemporanea. Grazie a quei documenti è possibile ricostruire tutto: dai moti di Buggerru al banditismo, alla lotta armata. Lì c'è la documentazione su gruppi politici e indipendentisti, delle bande di sequestratori, dei colpevoli ma anche degli innocenti, dei perseguitati durante il fascismo».
Ma è lì, in quel sotterraneo, e nessuno lo può consultare.
«E da lì, da quel sotterraneo, deve emergere come primo passo per ripensare Buoncammino. Vi si possono fare studentati, musei, magazzini di musei, spazi espositivi, culturali e di spettacolo. La decisione dev'essere partecipata, pensata con il coraggio di chi costruiva le cattedrali e sapeva che non avrebbe fatto in tempo a vederle finite, ma capiva l'importanza di trasmettere l'opera alle generazioni future. Detto questo, Buoncammino è soprattutto l'archivio».
Che deve diventare un museo.
«Proprio così: dev'essere il museo di se stesso. Il carcere è la sofferenza raccontata dai muri, ma anche la storia raccontata dai documenti. Buoncammino è nato come luogo di redenzione, di speranza».
Il carcere, quella fortezza?
«Pensiamo a cosa c'era prima: le segrete delle torri, le atroci sofferenze. Nella visione dell'architetto Gaetano Cima, che tra fine Ottocento e primo Novecento ridisegnò una città che si sentiva capitale dell'isola, si passava dalle torri alla redenzione, con un progetto compassionevole e umanitario: un edificio complesso ma da considerarsi unico. Difatti Buoncammino è un luogo, non può diventare ora tanti luoghi più piccoli».
Luogo di speranza può esserlo ora, perché prima...
«Non si deve considerare l'abuso che si è fatto di quell'edificio nell'ultimo mezzo secolo, soprattutto con il sovraffollamento. La missione di quel luogo era dare speranza, non toglierla».
Il Fai, che lei presiede, avanza proposte.
«Noi ci siamo già detti disponibili ad aprire Buoncammino ai sardi per un giorno e mezzo, e con noi dovrebbero farlo tutti coloro i quali vogliono partecipare a un evento collettivo. Noi stimoliamo il dibattito, L'Unione Sarda lo fa ancor di più: qualunque cosa diventerà Buoncammino, deve diventarlo con la più grande operazione partecipata che Cagliari ricordi».
Luigi Almiento


Studiosa di storia sarda, presiede il Fai

 


Ex docente di latino e greco al liceo classico “Siotto”, archeologa, assessore regionale alla Cultura tra il 2004 e il 2009 scelta dall'ex presidente Renato Soru. Maria Antonietta Mongiu è iperattiva, soprattutto se si parla di storia della Sardegna, di cui è attenta studiosa.
Un riconoscimento importante le è arrivato con la presidenza regionale del Fai, il Fondo per l'ambiente italiano: è, la fondazione senza scopo di lucro sorta nel 1975 con lo scopo di tutelare, salvaguardare e valorizzare il patrimonio artistico e naturale italiano attraverso il restauro e l'apertura al pubblico dei beni storici, artistici o naturalistici ricevuti per donazione, eredità o comodato. Il progetto di riaprire Buoncammino alla cittadinanza, dunque, si sposa con lo scopo del Fai, che si occupa anche di educazione e sensibilizzazione della collettività alla conoscenza, al rispetto e alla cura dell'arte e della natura e di interventi in difesa del paesaggio e dei beni culturali italiani. (l. a.)