Rassegna Stampa

Il Sardegna

«È un campus, non un market» l'Ersu pronto alla battaglia legale

Fonte: Il Sardegna
10 febbraio 2009

La polemica. Il neopresidente dell'ente per lo studio accusa il Comune: «Insensibile alle esigenze universitarie»

Non noi: così si privano dell'alloggio gli studenti fuorisede, chiederemo gli atti alla Giunta

Ennio Neri cagliari@ilsardegnablu.it ¦

Un no «frettoloso» che colpisce gli studenti più poveri e meritevoli. In sintesi, è questa l'accusa rivolta dal neopresidente dell'Ersu Giancarlo Nonnoi al Comune. Reo, per Nonnoi, di aver detto no (il 29 gennaio) al progetto (firmato dall'archistar brasiliana Paulo Mendes Da Rocha) del campus dell'ex Sem per 1.008 studenti in viale La Playa. Un diniego sul quale l'ente vuole vederci adesso chiaro. Ieri i dirigenti Ersu hanno annunciato la richiesta ufficiale degli atti che saranno valutati anche sotto il profilo legale. Nonnoi auspica un ripensamento del Comune dopo la tempesta delle elezioni, ma intende lanciare un appello a studenti e opinione pubblica.
IL NO DI VIA ROMA è stato tecnicamente motivato dalla volumetrie eccessive e dai parametri tecnici fuori norma. Prescrizioni per le quali Nonnoi auspicava una deroga, in virtù dello spirito dell'opera: dare soddisfazione all'esigenza di alloggio a studenti meritevoli e con un reddito basso. Studenti fuori sede, appartenenti alle famiglie meno abbienti, che difficilmente potrebbero affrontare i prezzi del mercato delle case. E dunque costretti, in assenza di un sostegno, a rinunciare agli studi. Sarebbero questi a pagare lo scotto maggiore della scelta del Comune. «Ci hanno trattato con lo zelo che si applica alle pratiche relative ai supermercati », accusa Giancarlo Nonnoi, «e ora ci costringono a tornare al vecchio progetto del 2005 dell'ingegner Di Martino, quello sì un dormitorio. Mentre il progetto di Da Rocha raddoppia gli spazi per gli studenti e dota la struttura di servizi essenziali », osserva il presidente dell'ente regionale per il diritto allo studio universitario. E cioè la mensa, teatro e piazza coperta, la biblioteca, la palestra, la sala informatica e gli uffici. Più gli spazi sotto le residenze: libreria, lavanderia, bar, copisteria e farmacia. «Nei nostri confronti», aggiunge Nonnoi, «si è agito con la massima severità e c'è stata disparità di trattamento rispetto ad altre strutture della città. E non si è tenuto conto né della qualità degli studi nell'isola e nemmeno ne ruolo del campus come motore per l'economia cittadina ». L'Ersu ha annunciato la richiesta ufficiale degli atti del procedimento del Comune. E se dopo le elezioni non si dovessero aprire spiragli per rilanciare il progetto del campus firmato da Rocha, l'ente regionale ha tempo (concessioni edilizie alla mano) fino al 30 maggio per realizzare il campus universitario sulla base vecchio progetto. Ovvero, il «dormitorio» di viale La Playa.


La chiave

1 Primi passi già nel 2005 ¦
¦ Nel 2005 l'impresa Edilia ottiene dal Comune la concessione edilizia per la realizzazione di un campus nell'area ex Sem. Costo 55 milioni di euro e 60 mila metri cubi. Un anno dopo l'Ersu subentra a Edilia, società formata da Lega Coop, Massimo Cellino (già proprietario dell'area e della semoleria) e il costruttore Romano Fanti.

2 L'ente rilancia per 105 milioni ¦
¦ Nel 2007, in sostituzione del vecchio intervento, l'Ersu rilancia, all'interno di un accordo di programma tra Regione e Comune, il piano di Da Rocha: 105 milioni di euro e 145 mila metri cubi per la realizzazione del campus universitario.

3 Il brusco stop al cammino ¦
¦ Il 28 marzo 2008, Regione e Comune firmano, dopo un lungo confronto, l'accordo di programma. Ma appena un mese dopo, il 26 aprile, il Comune annulla il procedimento che pareva ben avviato. L'Ersu ci riprova il 13 ottobre, ma il 29 gennaio il Comune dice no.


Opinione

Un'opera impossibile
Massimiliano Tavolacci PRES. COMM. URBANISTICA COMUNE
Il progetto Da Rocha non è non realizzabile per difformità urbanistiche non sanabili. È impossibile la realizzazione delle volumetrie previste in un’area di quelle dimensioni. La dimensione è stata ritenuta non compatibile con il “benessere” degli stessi destinatari dell’intervento.